Addio a Menegaldo: l'oste che rinunciò al ciclismo per mettersi ai fornelli

Venerdì 29 Maggio 2020
Addio a Menegaldo: l'oste che rinunciò al ciclismo per mettersi ai fornelli
MONASTIER - Nel ristorante di famiglia (che prima era osteria con cucina e negozio di alimentari) a Pralongo di Monastier, Gianfranco Menegaldo, per tutti Franco, ci era arrivato da giovane. E lì è rimasto sempre, fino alla morte, avvenuta a 82 anni, compiuti a gennaio. È deceduto ieri pomeriggio all'ospedale di Dolo, dove era ricoverato da alcuni giorni visto l'aggravarsi della malattia scoperta di recente. Nulla hanno potuto contro il male, le terapie e la sua volontà di vivere e incontrare i commensali diventati tutti amici. Lascia la moglie Bertilla Fregonese, sposata 60 anni addietro, e le figlie Patrizia, Rosanna e Stefania. Se ne è andato in fretta e in silenzio, come accaduto di recente per i colleghi e amici Arturo Filippini e Antonio Palazzi.

LA STORIA
Franco aveva iniziato da giovane a lavorare nella ristorazione partendo dall'osteria e negozio di alimentari. Lui, orfano di padre, aveva dovuto rimboccarsi le maniche e abbandonare la sua grande passione, il ciclismo, di cui è stato anche campione d'Italia giovanile tanto da essere considerato una promessa. Ma il lavoro lo assorbe e ben presto sposa Bertilla, diventata l'angelo della cucina per aver saputo trasformare l'osteria in rinomato ristorante di pesce, un'eccellenza della Marca, coinvolgendo poi l'intera famiglia con le figlie Rosanna e Stefania ai fornelli e Patrizia in sala. Affronta il lavoro con amore e passione. È bravo e grande conoscitore di pesce. Sa scegliere ai mercati di Marano Lagunare e di Caorle dove si recava anche al lunedì pomeriggio attendendo le barche dei pescatori per arrivare al suo ristorante con la materia prima migliore. Tanto da essere diventato famoso per il pesce crudo, freschissimo, senza intingoli. Un maestro soprattutto per i piatti di pesce.

LA TRADIZIONE
Il ristorante di Pralongo non perde mai d'occhio i piatti legati alla tradizione, che alla lunga si sono rivelati la sua carta vincente, legata alla qualità e all'amicizia che si respirava in quelle sale. «Certo il ciclismo era la mia passione, ma poi si sono aggiunti il pesce e le soddisfazioni dei clienti, che sono diventati amici. Ripagano di tanti sacrifici, sono qualcosa di straordinario. Qui sono passati e ritornati in tanti e ci sono i gruppi di amici che al lunedì lasciano Treviso per essere in tavola da me da trent'anni, come fosse una grande famiglia» amava sottolineare Franco.

I RICORDI
«Un maestro, un padre e un amico di famiglia» ricorda con il nodo in gola Andrea Procida. «Un amico e maestro che ha insegnato a tutti come lavorare il pesce portando avanti la cucina di tradizione che è stata vincente senza farsi prendere dalle mode» lo ricorda Guido Albertini uno che di pesce ne sa. Da Miane Gigetto Bortolin: «Ci conoscevamo da ragazzi per la passione del ciclismo e poi per la cucina di qualità che ha saputo proporre trasformando il ristorate, la sua creatura. È stata una persona genuina». Da Castelfranco Egidio Fior: «Da 50 anni eravamo amici, quasi come fratelli uniti dal ciclismo e dalla ristorazione. Era un collega e molto di più. Di lui stimavo la genuinità che poi trasportava nei suoi piatti. Semplicità e raffinatezza, ecco il suo segreto».
Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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