Bar, ristoranti e negozi: dopo la riapertura 6 su 10 lavorano in perdita

Giovedì 28 Maggio 2020 di Gabriele Pipia
Bar, ristoranti e negozi: dopo la riapertura 6 su 10 lavorano in perdita
PADOVA - Due giorni di boom e poi un netto calo. Dieci giorni dopo la riapertura di bar e negozi, sono pochi quelli che brindano guardando agli incassi. La soddisfazione di ricevere nuovamente i clienti è tanta, ma la ripresa è comunque al rallentatore. Difficile per i negozi di abbigliamento, ma anche per bar e ristoranti (ovviamente con alcune eccezioni). Le note liete arrivano invece dai mercati, dove si registra un buon afflusso in tutta la provincia, e da estetiste e parrucchiere: era prevedibile, dopo la lunga chiusura causa lockdown. A dipingere un panorama fatto di riflessi chiari e riflessi scuri è l'Osservatorio della Confesercenti padovana, da quale emerge che «quasi il 100% di negozi, bar e ristoranti sono aperti anche se molti lavorano in perdita». 

IL SONDAGGIO
Confesercenti ha interrogato oltre 200 attività di tutta la provincia e dal sondaggio emerge che oltre la metà dichiara le vendite insoddisfacenti o addirittura molto insoddisfacenti. «In questo quadro di riferimento generale - dichiara il presidente Nicola Rossi - dobbiamo constatare come 6 commercianti su 10 dichiari di avere aperto e continuare l'apertura anche di fronte ad una attività che per il momento è in perdita. Sono bar, ristoranti e negozi moda i settori più insoddisfatti da questa prima settimana. Nei bar e ristoranti l'apertura è stata rallentata dall'adozione delle regole di convivenza con il Covid. Nel settore moda - prosegue Rossi - lo spostamento ai primi di agosto dei saldi di fine stagione avrebbe dovuto agevolare le vendite del magazzino primavera-estate: tutto ciò è avvenuto nei primi giorni di apertura ma poi gli incassi si sono molto rallentati. Il distanziamento e l'uso delle mascherine hanno frenato l'attività e nei consumatori non è ancora del tutto assorbito il pericolo virus».

LA MOVIDA
I locali di piazza dei Signori alla sera si riempiono, ma Rossi invita a non generalizzare: «Il fenomeno della movida riguarda un numero limitatissimo di bar. La stragrande maggioranza di locali della provincia sta faticando, e non poco, a convivere con le linee di indirizzo per la difesa dal contagio sia per i clienti che per il personale. La quasi totalità ha dovuto ridurre drasticamente il numero dei posti a sedere o rallentare i flussi di clienti al banco».

CHI SORRIDE
Partite a gonfie vele invece, estetiste, barbieri e parrucchiere. Positiva anche l'apertura dei mercati all'aperto, soprattutto nel fine settimana. «Quasi tutti i mercati sono a regime - spiega Rossi - qualche eccezione c'è per problemi di sicurezza ma già nel prossimo fine settimana è prevista la riapertura totale».
In provincia è l'area delle terme e dei colli quella dove si concentra il maggior numero di attività che segnalano un avvio positivo, mentre va rilevato come i più delusi siano i negozianti della Bassa padovana. «I commercianti - evidenzia Rossi - in questa prima settimana hanno dimostrato la loro capacità di convivere con il virus e di sapersi organizzare per un perfetto servizio ai clienti. E, nota positiva, almeno 8 padovani su 10 hanno riscoperto il valore della bottega sotto casa». 

I SALDI
C'è soddisfazione, intanto, da parte della Fismo-Confesercenti per la decisione delle Conferenza delle Regioni che sposta l'avvio dei saldi estivi al 1 agosto. «La stragrande maggioranza dei 1500 negozianti padovani del settore moda sono contenti di questa decisione - spiega la presidente Linda Ghiraldo -. Ci auguriamo che tale decisione riguardi anche quelli invernali e che quindi si spostino ad inizio febbraio».
 
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