Nas negli uffici dell'Usl: acquisizione atti per verifiche sui contagi nelle Rsa

Mercoledì 27 Maggio 2020
I carabinieri del Nas ieri alla Usl di Belluno
BELLUNO Ancora acquisizione di atti relativi all’epidemia coronavirus, negli uffici dell’Usl 1 Dolomiti. Dopo i finanzieri, che lo scorso 28 aprile andarono in direzione generale su delega della Procura per un’indagine conoscitiva, ieri sono arrivati i carabinieri del Nas. I militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Treviso (competenti per Belluno), coordinati dal maggiore Giuseppe Mercatali, sono andati al Dipartimento di igiene e sanità pubblica della Usl 1 e hanno raccolto documenti, nell’ambito di un monitoraggio che si sta facendo in tutta la Regione. 
L’INDAGINE
Tutto parte dai dati ufficiali sui tamponi fatti agli ospiti delle case di riposo, i decessi e i contagi. I carabinieri, in un’indagine di monitoraggio partita su iniziativa, andranno a verificare se le aziende sanitarie hanno effettuato tutto quello che era previsto. Si accerterà se ci sono state delle anomalie. Ma non sembra essere questo il caso di Belluno. Sono infatti un’ottantina gli ospiti delle strutture per anziani deceduti dall’inizio dell’emergenza sul totale di 2958 persone residenti nelle Rsa. E gli anziani ancora infetti continuano a calare, tanto che anche Trichiana, uno dei grossi focolaio, sta per diventare “Covid free”. Insomma il virus sembra quasi sconfitto anche nelle Rsa e, dopo le linee guida diffuse ieri dalla Regione, le strutture si preparano ad aprire alle visite dei parenti, pur con protocolli speciali e distanza interpersonale I 
LA FASE 2
Il governatore del Veneto Zaia ha annunciato ieri che dal primo giugno saranno possibili le visite agli anziani delle case di riposo. Le indicazioni sono state diffuse alle aziende sanitarie e il documento arrivato ieri pomeriggio alla Usl 1 Dolomiti ai 29 ospizi in provincia. Non c’è alcun obbligo: la Regione invita a fare entrare i famigliari, con percorsi fisici e indicazioni nell’accesso, dove un operatore compilerà un breve questionario, misurerà la temperatura al visitatore. Tutti i dati saranno mantenuti per almeno 7 giorni. Si precisa che gli ingressi saranno scaglionati: dovrà quindi essere fatto un piano preciso, perché si deve sapere chi entra e attuare gli specifici protocolli. Ma nulla sarà come prima: viene escluso ogni accesso nelle degenze e viene data preferenza all’esterno, con visite programmate. 
LE STRUTTURE
Le Rsa bellunesi attendono l’incontro di giovedì con la Usl per decidere come proseguire nelle riaperture ai parenti: la certezza è che si andrà avanti con un indirizzo unico. Anche la Padre Kolbe di Pedavena, casa di riposo che ha avuto il più grave focolaio in provincia ormai quasi alle spalle, si prepara a aprire ai parenti. «Ci è richiesta l’attivazione di un “sistema di valutazione” - spiega la direttrice Roberta Bortoluz - per organizzare gli accessi alla struttura, ed è nostra cura procedere affinché possano avvenire in completa sicurezza. Abbiamo già individuato gli spazi idonei, con le indicazioni pervenute abbiamo gli elementi per definire un protocollo. È nostra intenzione, porre i familiari nella condizione di vedere i propri cari». Sulla stessa linea anche il direttore delle strutture di Borgo Valbeluna. Paolo Battocchio, direttore della Essepiuno servizi srl: «Le linee guida sono arrivate oggi e attendiamo la videoconferenza di giovedì, momento di confronto, per capire come procedere. L’indicazione sarà quella di dare progressività alle cose: sicuramente sarà possibile fare un passo avanti, sfruttando al massimo lo spazio esterno».
Olivia Bonetti
Ultimo aggiornamento: 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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