Lettera aperta a Mattarella, Conte e Bonafede dal Comitato sul Femminicidio in Vita

Domenica 24 Maggio 2020
Lettera aperta a Mattarella, Conte e Bonafede dal Comitato sul Femminicidio in Vita

«Basta con questa carneficina istituzionalizzata che è quella di avallare perizie a pagamento per poi definire, in fase peritale, una genitorialità inadatta, utilizzando parole come "conflittualità" che, quando non è abuso, è proprio la "conflittualità" ad aiutare padri violenti e vendicativi a chiedere il collocamento dei figli».  Imma Cusmai, presidente del Comitato sul Femminicidio in Vita ha inviato una lettera aperta al Presidente Mattarella, al Presidente Conte, al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede per affrontare il tema delle cosiddette “violenze istituzionalizzate” ai danni di madri «ingiustamente private del loro ruolo da decreti di allontanamento dei figli scientificamente immotivati, all'interno di un sistema che sempre più frequentemente le priva dei propri diritti e doveri e strappa i figli a donne idonee».

Il tema drammatico che affiora in questa lettera è ben conosciuto alla Commissione Parlamentare contro il Femminicidio che ha presentato di recente la proposta di un emendamento all'articolo 83 del dl Cura Italia (proposta finalizzata a proteggere le vittime di violenza domestica dalla eventualità di dover incontrare i padri violenti, dai quali tante donne si sono separate, nel contesto degli incontri protetti previsti per garantire la relazione con i figli).

«E' inaccettabile continuare a monetizzare, a discapito dei più deboli, queste separazioni problematiche per poi spostare i figli come fossero oggetti alla mercé del miglior offerente». 

Da tempo gli esperti mettono in evidenza i danni e i traumi a carico dei minori. «Tutti i figli hanno diritto che i loro genitori superino o siano assistiti nei conflitti senza divenire oggetto coinvolto e pregiudicato da avvocati, psicologi e tribunali orientati al padre sempre e comunque. Ciò premesso, è doveroso da parte di questo Comitato sottolineare l'incoerenza di chi recentemente ha chiesto di sospendere gli incontri protetti causa emergenza sanitaria Covid, sospensione che di fatto ha posto i minori collocati presso il padre abusante in ulteriore disagio e pericolo perché privati completamente del contatto materno e della supervisione degli operatori dei servizi sociali». 

Secondo il Comitato si tratta di una discriminazione tra figli di madri collocatarie e figli di madri che hanno subìto lo strappo e che lottano per ripristinare il torto subito. «A danno compiuto, non venga per nessun motivo consentito un distacco tra i figli e la madre tale per cui la figura materna sparisca dalla vita dei figli» 

 

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci