Aperitivo selvaggio, il prefetto ai sindaci: «Chiudete i locali della movida»

Venerdì 22 Maggio 2020
Aperitivo senza regole: sindaci pronti a chiudere i locali
TREVISO - Non solo maggiori controlli da parte di polizia locale e forze dell'ordine, ma anche un chiaro invito ai sindaci: utilizzate la facoltà di limitare l'orario d'attività o di imporre la chiusura a quei locali che non rispettano, e non fanno rispettare, le regole anti-contagio. Il prefetto Maria Rosaria Laganà, ieri mattina nel corso del tavolo sicurezza, è stato molto chiaro: nessuna tolleranza, nessun allentamento della presa. Le scene viste nei primi giorni della ripartenza soprattutto all'ora dell'aperitivo - tavolo pieni, gente ammassata, uso della mascherina a dir poco disinvolto - non sono piaciute per niente. E se i sindaci hanno già detto di essere pronti a chiudere di nuovo tutto, il prefetto ha invece invitato a passare dalle parole ai fatti utilizzando gli strumenti già in loro possesso.
LE INDICAZIONI
A finire sotto i riflettori sono soprattutto i locali della movida. La prefettura ha chiesto alle polizie locali di aumentare i controlli facendo uso, se necessario, anche dell'aiuto delle altre forze dell'ordine. E poi i mercati cittadini: anche qui il rispetto delle distanze non è stato particolarmente praticato e, puntuale, è arrivata la richiesta di maggiore severità. La parola d'ordine è: distanziamento sociale, esattamente quello che nelle ultime ore è venuto sempre meno. «Proprio per prevenire e contrastare fenomeni di affollamento, che si sono registrati, anche in questa provincia, nel primo giorno di ripresa della vita sociale con l'ulteriore allentamento del lockdown imposto nella fase 1 dell'emergenza sanitaria da Coronavirus-19 - ha spiegato il prefetto - è stato disposto, anche in previsione del fine settimana, un incremento dei servizi di controllo con particolare attenzione rivolta proprio ai luoghi sensibili a tal proposito, da parte della Polizia Locale con l'eventuale supporto delle forze dell'ordine». Ma i controlli avranno anche un altro obiettivo: «Contrastare ogni tentativo di ripresa della criminalità diffusa». E infine l'appello ai sindaci. Nelle loro facoltà rientra «il potere sindacale di intervento sull'orario di apertura degli esercizi pubblici, nonché sulle eventuali sanzioni cui potranno incorrere i gestori ed i clienti dei pubblici esercizi», e sono stati pregati di utilizzarlo.
I CONTROLLI
Le maglie, insomma, cominciano a stringersi con il pieno avvallo dei primi cittadini. A Conegliano, per esempio, il sindaco Fabio Chies sbotta: «Purtroppo nonostante i continui appelli al buon senso ed al rispetto delle regole vedo che c'è ancora qualcuno che non ha capito bene e continua a fare il fenomeno. Beh, oggi più che mai non abbiamo bisogno di fenomeni. Ho chiesto alle forze dell'ordine di intervenire. O si capisce o dovremmo far chiudere tutto di nuovo, per pochi imbecilli rischiamo di vanificare lo sforzo ed il sacrificio di tutti noi». A Treviso intanto la polizia locale è intervenuta in Pescheria a controllare un gruppo di ragazzini, una decina tra maggiorenni e no, assembrati tra i banconi del mercato del pesce. I vigili sono arrivati in forze chiamato anche dal consigliere Davide Acampora: quattro i verbali DA 400 euro staccati per assembramento. «Questo dimostra - spiega il comandante Andrea Gallo - che accanto alla prevenzione e all'opera di sensibilizzazione che stiamo portando avanti, se c'è da sanzionare lo facciamo. In questo caso tutti avevano la mascherina, ma c'erano dei problemi di assembramento. E i controlli continueranno».
L'APPELLO
Federico Capraro, presidente provinciale dell'Ascom, tenta di solleticare il buon senso di tutti: esercenti e clienti. E ricorda: se non si rispettano le regole, si chiude. «Abbiamo tutti sentito il peso delle privazioni, della mancanza delle uscite e della vita di relazione, capisco bene come la dimensione della convivialità ed il radicamento di alcune abitudini possa incidere sugli equilibri personali, ma bisogna che tutti, soprattutto i giovani che più di altri hanno sofferto dell'isolamento, facciano la propria parte - sottolinea - sapersi limitare, evitare gli assembramenti, rispettare le regole è un grande esercizio di democrazia che ci porta verso l'uscita dal tunnel in tempi brevi. In una parola verso la libertà. Se non si riuscirà ad esercitarlo, arriverà la stretta, la coercizione, la dittatura, un nuovo incarceramento e sarà una sconfitta per tutti, soprattutto per una società civile e democratica come la nostra che dovrà fare i conti con la propria incapacità di autodisciplinarsi. La differenza tra riaprire e ripartire è anche questa».
Ultimo aggiornamento: 11:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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