Fase 2, in Fvg nessun aumento del contagio. Dalla fine del lockdown solo dati confortanti

Venerdì 22 Maggio 2020 di Marco Agrusti
Fase 2, in Fvg nessun aumento del contagio. Dalla fine del lockdown solo dati confortanti
PORDENONE - Per tirare una riga, sommare numeri e disegnare curve, era necessario rispettare il massimo criterio stabilito attualmente dalle autorità sanitarie, cioè quello che estende di fatto il periodo di incubazione del Coronavirus non a 14, ma a 18 giorni. E adesso che quel periodo di tempo è passato, si può dire che il Friuli Venezia Giulia ha superato brillantemente la prova delle prime riaperture. Lo dicono i numeri. Tutti. Il 4 maggio, quando il nuovo decreto del presidente del Consiglio aveva rimesso in moto le fabbriche, si temeva che la ritrovata mobilità di centinaia di migliaia di persone (a livello regionale) potesse causare una risalita del contagio. Invece non è successo. Anzi, si è assistito al fenomeno opposto: i nuovi casi positivi giornalieri sono diminuiti in maniera sensibile e gli ospedali non si sono riempiti di nuovo. Al contrario, hanno continuato a svuotarsi, tanto da convincere i loro direttori ad accelerare verso la normalizzazione delle attività mediche. Segno che anche in regione (come nel resto d’Italia), la reintroduzione delle libertà personali e il riavvio del motore produttivo territoriale non hanno avuto alcun impatto negativo sull’andamento dell’epidemia.
IL QUADRO
Il 4 maggio non sono solo state riavviate le fabbriche. Anzi, il lavoro era forse il settore della vita quotidiana che preoccupava di meno, visti i protocolli studiati, discussi e poi messi in campo per ripartire in sicurezza. I principali timori erano relativi alla ripresa di alcune attività di carattere sociale: dall’inizio del mese, infatti, è tornato possibile far visita ai parenti (i famosi congiunti) e ai fidanzati (gli altrettanto famosi affetti stabili). E questo sì che era un aspetto segnato in rosso dagli esperti: si temeva infatti che le riunioni domestiche (e ci sono state) potessero generare micro-focolai. Nemmeno questo è successo. Così come non ha dato benzina al virus nemmeno lo spazio ampliato per la mobilità personale, con le passeggiate e l’attività fisica concesse in tutto il territorio della regione.
I NUMERI
A dire tutto sono i numeri e le curve, a cui tutti ormai si sono abituati. Sono parametri forse ancora più fedeli di quelli di un mese fa, perché oggi l’azione di test delle varie Aziende sanitarie è più capillare. Dal 4 maggio a ieri, infatti, i nuovi contagiati in Friuli Venezia Giulia sono stati 143 e nelle prime due settimane sono stati rispettivamente 58 e 61. Per capire di quanto sia diminuito il contagio - nonostante le riaperture - è sufficiente fare un confronto non con i 18 giorni precedenti, ma anche solo con la settimana che ha condotto la regione sino al 4 maggio: in quei sette giorni, infatti, i nuovi contagiati erano stati 155, cioè 12 in più rispetto ai 18 giorni successivi. E se si traducono i numeri in grafici (in questo caso in istogrammi, cioè le classiche colonnine) si nota come non ci sia stata una diminuzione, ma un vero e proprio crollo proprio a partire dall’inizio della cosiddetta fase due. Ma il parametro forse più importante per quanto riguarda la gestione della convivenza con il virus è quello legato all’occupazione dei reparti d’urgenza degli ospedali. Ebbene, il Friuli arrivava al 4 maggio con sei pazienti ricoverati in Terapia intensiva a causa del Covid-19, mentre oggi ne conta due. Erano già pochi, sono diventati ancora meno. Ma soprattutto non si è assistito a un aumento dei casi gravi, dal momento che l’unica oscillazione ha fatto in modo che un giorno i posti occupati diventassero tre, salvo poi tornare a due 48 ore più tardi.
LA PERCENTUALE
Infine il rapporto tra tamponi effettuati e casi positivi riscontrati. Oggi in Fvg è allo 0,2 per cento, tra le più basse di tutta Italia. E mentre sono scesi i positivi, sono aumentati i tamponi, sino ad arrivare a 89 test ogni mille abitanti. In sostanza, si cerca di più e si trova pochissimo.
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