Coronavirus, Luxottica dà ai dipendenti un badge per tracciare i contatti

Giovedì 21 Maggio 2020
Lo stabilimento di Agordo di Luxottica: qui partirà la sperimentazione
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BELLUNO - Il nuovo modello Luxottica di gestione della Fase 2 e di prevenzione nelle sue sedi di lavoro avviene sotto il patrocinio scientifico del Dipartimento di Medicina molecolare dell'Università di Padova e del Laboratorio di Microbiologia e Virologia Università/Azienda Ospedale di Padova. Con gli opportuni adattamenti, sarà esteso progressivamente a tutte le sedi nel mondo. Con il nuovo "protocollo tamponi" che punta a test "intelligentì", Luxottica offrirà gratuitamente a tutta la popolazione aziendale tra uffici, stabilimenti e negozi l'opportunità di sottoporsi, in una prima fase su base volontaria, a un tampone. L'iniziativa, partita l'11 maggio nelle sedi di Agordo e Sedico (Belluno), sarà rivolta a tutti i dipendenti italiani del gruppo, ai loro familiari e, con l'estendersi delle capacità operative nell'esecuzione dei tamponi, anche ad alcune comunità locali.
L'INIZIATIVA
Luxottica si avvarrà di un nuovo Laboratorio Covid-19 diretto da Andrea Crisanti presso l'Università/Azienda Ospedale di Padova, realizzato con il contributo iniziale di 1,5 milioni della Fondazione Leonardo Del Vecchio, che potrà gestire a regime fino a 40mila tamponi diagnostici al mese. La prima fase di test sarà finalizzata a isolare i positivi asintomatici, spiega l'azienda, che in parallelo con Università sta mettendo a punto un nuovo sistema digitale per mappare dinamicamente il livello di esposizione al rischio di contagio di ogni singolo dipendente. Viene così introdotto un algoritmo Covid-19, una piattaforma che si alimenterà nel tempo di informazioni rilevanti per individuare in tempo reale, «nel rispetto della privacy dei dipendenti» gli snodi più sensibili della comunità aziendale, da sottoporre eventualmente a test diagnostico. Luxottica chiederà ai lavoratori di fornire e aggiornare tramite questionario un set di informazioni utili per classificare contesti e comportamenti a rischio, da incrociare con altre variabili, come i dati epidemiologici giornalieri dei comuni di residenza o domicilio.
L'INNOVAZIONE
L'azienda lancerà quindi nei prossimi giorni nello stabilimento principale di Agordo una nuova sperimentazione che prevede l'adozione di un «badge di prossimità» per aiutare i dipendenti a osservare il distanziamento sociale e per gestire in forma anonima eventuali contatti a rischio. Equipaggiato con un sensore digitale ma senza funzione di geolocalizzazione, segnalerà ai dipendenti con un allarme sonoro il superamento della distanza minima di 1,5 metri da eventuali colleghi di lavoro, inviando in modo anonimo il dato di contatto a un database centrale. Ogni dipendente sarà identificato a sistema da un codice crittografato e genererà nel tempo una propria cronologia di contatti ravvicinati sul luogo di lavoro. Qualora venisse identificato un caso di positività, tali informazioni potranno permettere di intervenire nell'isolare potenziali focolai e sottoporre a nuovo tampone i lavoratori potenzialmente esposti al contagio.
LA SVOLTA
Con il nuovo progetto «potremo tenere sotto controllo giorno per giorno i punti più vulnerabili della cintura di protezione sanitaria messa a punto dall'azienda, e intervenire preventivamente per arginare eventuali problematiche», afferma Andrea Crisanti. «Ci auguriamo che questo approccio possa contribuire all'emersione e a una migliore comprensione del fenomeno degli asintomatici, critico per tutto il sistema sanitario, e che questa soluzione innovativa possa essere adottato da altre realtà produttive del territorio.

Quando il potenziale di innovazione e conoscenze dell'Università, agevolato anche da uno stato di emergenza, incontra il meglio dell'imprenditoria - aggiunge Crisanti - si aprono orizzonti e opportunità assolutamente inaspettate e di un'ampiezza tale che ci spingono a pensare che una soluzione positiva a questa crisi è possibile. Assieme a Luxottica e grazie al generoso contributo del presidente Del Vecchio e della sua Fondazione, l'Università di Padova e Uoc di Microbiologia e Virologia dell'Azienda Ospedale ha sviluppato un modello innovativo e sostenibile per prevenire la trasmissione di Covid-19 nei luoghi di lavoro che combina protocolli di sicurezza passiva e misure di sorveglianza attiva. Grazie all'impiego sistematico di diagnosi molecolare mirata (tamponi), al supporto di applicazioni informatiche e alla collaborazione indispensabile dei dipendenti, La collaborazione pubblico-privato in questo caso porta a sintesi esigenze spesso contrapposte come quelle economico-produttive, di salute pubblica e di tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori, tracciando una rotta condivisa per affrontare un inevitabile periodo di convivenza forzata con il virus», conclude il professore.

Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 21:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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