Pronto sistema tracciamento Apple-Google richiesto da 22 Paesi, voci critiche da Trieste

Mercoledì 20 Maggio 2020
Pronto sistema tracciamento Apple-Google richiesto da 22 Paesi, voci critiche da Trieste
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È pronto il sistema di tracciamento Apple-Google chiesto da 22 paesi del mondo, tra cui l'Italia, per monitorare il contagio da coronavirus. La tecnologia di tracciamento del contagio da coronavirus «è da oggi nelle mani delle autorità sanitarie di tutto il mondo, con cui abbiamo lavorato e che decideranno come usarla».

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Lo rendono noto Apple e Google che lavorano insieme al progetto dal 10 aprile. Il sistema è stato richiesto da 22 paesi, tra cui l'Italia, la sua ufficializzazione preclude al lancio dell'app Immuni. La componente fondamentale è la notifica di esposizione al contagio che userà il bluetooth e sarà «volontaria, anonima e rispettosa della privacy».

E non mancano le voci critiche.
«L'app non basta, manca la strategia delle 'tre T', ovvero testare, tracciare e trattare, spiega Stefano Ruffo direttore della Sissa di Trieste.
«Abbiamo lavorato con le autorità sanitarie di tutto il mondo che decideranno come usare questa tecnologia, affermano Apple e Google che dal 10 aprile hanno collaborato per creare una interfaccia (Api) che i governi integreranno sulle loro applicazioni , per farle funzionare meglio su entrambi i loro sistemi operativi iOS e Android. La componente fondamentale di questa tecnologia è la notifica di esposizione al contagio che sarà volontaria, anonima e rispettosa della privacy.

E userà il bluetooth a basso impatto sulla batteria dello smartphone che consentirà lo scambio di chiavi digitali tra i dispositivi, (quindi in anonimato) che sono venuti in contatto a distanza ravvicinata e per un certo lasso di tempo Gli utenti dovranno scegliere esplicitamente se attivare le notifiche di esposizione al contagio, così come sarà volontario l'inserimento di una diagnosi positiva. Le identità degli utenti non saranno note a nessuno, la corrispondenza delle notifiche di esposizione verrà eseguita solo sul dispositivo.

Infine, la tecnologia è stata consegnata da Apple e Google esclusivamente alle autorità sanitarie pubbliche ufficiali, sarà disattivata su base regionale quando non più necessaria.

In Italia, come spiegato dal governo, cesserà entro il 31 dicembre 2020. »L'applicazione italiana usufruisce dei sistemi operativi forniti da due gruppi di livello internazionale perché questo ne accresce l'efficienza in un quadro di tutela della privacy«, commenta la ministra dell'Innovazione, Paola Pisano, che sottolinea come il sistema »aumenta anche le possibilità di rendere interoperabile l'app italiana con altre utilizzate all'estero«. Pochi giorni fa il ministero ha messo in chiaro le specifiche dell'app Immuni che aspettavano questo ultimo tassello tecnologico da Apple e Google. In particolare, al primo accesso sarà richiesto all'utente - che dovrà avere minimo 14 anni - di inserire la provincia di riferimento. Per arrivare al lancio definitivo, resta il 'documento di valutazione d'impatto per la protezione dei dati personalì al quale sta lavorando il ministero della Salute. Sarà a breve consegnato al Garante della privacy per la prevista valutazione. A quanto si apprende, l'app dovrebbe essere pronta a fine maggio con fase di sperimentazione che dovrebbe essere celere. "L'app aiuta nell'individuazione dei contatti degli asintomatici, ma il lavoro pratico, quello lo devono fare le persone, non lo fa l'app", spiega il direttore della Scuola internazionale di Studi superiori avanzati (Sissa), Stefano Ruffo. 


 

Ultimo aggiornamento: 20:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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