Coronavirus, l'Oms promuove il Nordest: Veneto da elogiare, Fvg coraggioso. Curve del contagio appiattite

Mercoledì 20 Maggio 2020 di Angela Pederiva
Coronavirus, l'Oms promuove il Nordest: Veneto da elogiare, Fvg coraggioso. Curve del contagio appiattite
Sono trascorsi ormai tre mesi dall'inizio dell'incubo Coronavirus. Dunque è tempo di bilanci, anche per l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che alla prima risposta dell'Italia al Covid-19 ha dedicato un corposo e dettagliato rapporto dall'eloquente titolo An unprecedented challenge. Una sfida senza precedenti, appunto, com'è quella che il Nordest ha dimostrato di saper affrontare e vincere, a leggere il documento redatto dall'Ufficio europeo per gli investimenti per la salute e lo sviluppo che ha sede a Venezia.

LUCI E OMBRE
Le 102 pagine in inglese sono firmate dal Covid-19 Emergency Team, coordinato da Francesco Zambon e composto anche da Mirko Claus, Cristina Da Rold, Pirous Fateh-Moghadam, Alvise Forcellini, Lorenzo Lionello, Brigida Lilia Marta, Leda E. Nemer, Jas Mantero e Wim Van Lerberghe. Obiettivo? «Essere una guida spiega una nota dell'Oms per i Paesi del mondo che si troveranno ad affrontare un'emergenza della dimensione di quella che abbiamo affrontato in Italia e che sono ancora indietro nella fase di espansione pandemica e possono quindi trarre grande beneficio dall'esperienza italiana». Luci e ombre: dall'analisi emergono «le buone pratiche che sono state messe in campo», ma anche «i punti ciechi e gli aspetti che devono essere ancora migliorati». 

NESSUNO SCONTO
Un capitolo dopo l'altro, sotto la lente finiscono così l'andamento dell'epidemia, il sistema dei tamponi, il tracciamento dei contagi, l'isolamento dei positivi, le restrizioni nella mobilità, il distanziamento sociale, la capacità diagnostica, la gestione clinica, la risposta ospedaliera, la protezione dei sanitari, la catena di comando, la strategia comunicativa. Dati e date, fatti e numeri. Nessuno sconto sulla tragedia delle case di riposo: «Mentre l'epidemia infuriava nella comunità e stressava gli ospedali fino al punto di rottura, focolai silenziosi hanno cominciato ad apparire in queste comunità chiuse». Dito puntato anche contro le lacune nella tutela del personale in prima linea: «La mancanza di dispositivi di protezione individuali adeguati ha svolto un ruolo importante (e molto dibattuto) nell'esporre i lavoratori della sanità al superamento dei livelli di rischio evitabili».

CONFRONTO
Ma nello scenario nazionale, spicca in positivo il Nordest, soprattutto nel confronto con la Lombardia, «dove il sistema si basa su una vasta rete di servizi di cura negli ospedali» e «i tamponi hanno seguito la politica nazionale», per cui «inizialmente erano limitati ai casi sintomatici». Invece «il Veneto, con una forte rete di sanità pubblica e capacità di sensibilizzazione della comunità, ha adottato un approccio più proattivo nella ricerca dei casi attraverso test approfonditi (estendendosi al di là delle linee guida nazionali al momento)», tanto che «la Regione ha mobilitato fondi per espandere la sua capacità di diagnosi e si è mossa in modo aggressivo per trovare i casi nella comunità, confermarli, tracciare anche i contatti più fugaci e testarli tutti». In tutto questo, quella di Vo' è «una storia di contenimento di successo» secondo gli analisti: «L'esperienza ha informato l'approccio generale della Regione, la cui risposta è stata elogiata per la sua efficacia nell'appiattimento della curva di diffusione della malattia». Ma i complimenti dell'Oms vanno anche al Friuli Venezia Giulia: «Il 23 febbraio la Regione ha preso la decisione coraggiosa di chiudere le scuole di tutti i gradi, i musei, le sedi e gli eventi culturali, le strutture sportive e le discoteche, e di stabilire il controllo sulle persone provenienti dai Paesi colpiti nelle prime fasi della crisi». Anche questo ha fatto sì che «il tasso di casi totali rispetto alla popolazione complessiva sia il più basso di tutte le regioni settentrionali».
Angela Pederiva
Ultimo aggiornamento: 16:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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