Pieve di Cadore. il grido d'allarme dell'Hockey Club: «Qua rischiamo di chiudere tutto»

Martedì 19 Maggio 2020 di Daniele Collavino
Pieve di Cadore. il grido d'allarme dell'Hockey Club: «Qua rischiamo di chiudere tutto» (Foto di Jill Wellington da Pixabay)
È ancora in forte dubbio la ripresa delle attività per l'Hockey Club di Pieve di Cadore. La situazione legata all'emergenza sanitaria sembra in parte rientrata a livello nazionale, ma i protocolli da rispettare per garantire la sicurezza degli atleti, pongono a certe società sportive di fronte a una serie di adempimenti davvero troppo rigidi. Riprendere corsi e allenamenti diventa così una chimera.

TEMPISTICA SBALLATA
Un'incertezza sottolineata dal presidente dell'associazione cadorina, Andrea Panciera: «Sono mesi che è tutto fermo e nessuno sa niente - dichiara il massimo dirigente del club cadorino -. Solitamente a inizio giugno partivamo con gli allenamenti a secco, ma quest'anno non sarà così. Sanificare ogni volta gli ambienti, solo per fare un esempio, non è per niente facile perché si tratta di procedure complesse che necessitano di tempo e strumenti adeguati. Aspettiamo qualche direttiva più specifica, nella speranza comunque di poter riprendere l'attività il prima possibile».

CATEGORIA AMATORIALE
Le undici società dell'Italian Hockey League (ex serie B), dove milita anche l'Alleghe, hanno confermato la propria iscrizione anche per la prossima stagione, ma nella Division 1 la situazione è diversa. Si tratta di squadre perlopiù amatoriali che ogni anno devono fare i conti con il bilancio. Che mai come quest'anno rischia di creare un buco non indifferente alle finanze delle piccole società. «Qui per fortuna nessun giocatore viene pagato - continua Panciera - ma per il settore giovanile serve un allenatore qualificato che ogni anno facciamo arrivare dall'estero. Una spesa e un grosso sacrificio a livello economico che dobbiamo sapere se verranno ripagati, altrimenti c'è il forte rischio di chiudere tutto. I contributi di cui tanto si è parlato da parte del Governo devono essere assicurati, altrimenti diventerà dura iscrivere le formazioni ai campionati. La volontà di continuare con l'ottimo percorso che stiamo portando avanti nel corso degli anni c'è, ma ci vogliono maggiori garanzie».

IN CORSA
Lo scorso febbraio, il Pieve era ancora in corsa nei quarti di finale della Division 1 (l'ex serie C) grazie alla splendida vittoria contro il Chiavenna per 5-2 allo stadio di Tai. Il 7 marzo avrebbe dovuto tenersi la partita decisiva in terra lombarda, ma l'arrivo a grandi passi del Coronavirus ha bloccato tutto. E il palaghiaccio cadorino, da quel giorno, è desolatamente vuoto. «L'impianto è rimasto chiuso da allora - conclude il presidente della società cadorina - e aspettiamo novità dal comune per organizzare la riapertura. Noi siamo pronti a riprendere le nostre attività, ma con delle direttive certe e precise. Non possiamo ripartire in questo clima di incertezza». Insomma, le stecche al momento rimangono appese al chiodo, in attesa di sviluppi.
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