Ecco come la F1 si prepara a partire seguendo un particolare protocollo durante i Gran Premi

Domenica 17 Maggio 2020 di Massimo Costa
Nella foto, il paddock del circuito di Spielberg che ospiterà il primo GP 2020. Quest'anno non ci saranno le "case" dei dieci team
"Se ci sarà un nuovo contagio, il Mondiale non dovrà fermarsi. Sarebbe come chiudere la metropolitana solo perché è stato trovato un passeggero positivo". Lo ha detto Gerard Saillant al quotidiano sportivo francese L'Equipe: il presidente della commissione medica FIA non parla ovviamente di sfidare il Coronavirus a viso aperto, ma confida che la Formula 1 sia in grado di gestire la situazione a livello operativo, quando verrà il momento di tornare in pista. Liberty Media e la Federazione stanno lavorando al protocollo da seguire durante le gare, in base alle direttive dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e del Comitato Olimpico. Anzi, il CIO avrà un interesse particolare verso la F1: il Gran Premio d'Austria del 5 luglio, per adesso quello chiamato ad aprire il campionato 2020, sarebbe anche il primo evento sportivo globale dopo l'emergenza sanitaria.

Non basterà certo correre a porte chiuse, e nemmeno limitare gli accessi al paddock a circa 2.000 autorizzati. "Ci saranno limitazioni sul movimento delle persone, dobbiamo creare delle piccole bolle di isolamento", ha spiegato infatti il responsabile sportivo Ross Brawn a Sky Sports inglese. "Le squadre dovranno restare nel proprio gruppo, senza mescolarsi con le altre, ognuna alloggerà in un determinato hotel e non ci saranno i motorhome". Il paddock, soprattutto nelle tappe in Europa, non avrà quindi lo stesso aspetto di quello a cui eravamo abituati, con le sontuose hospitality. E ci sarà un monitoraggio costante: "Chiunque verrà controllato all'ingresso, ogni due giorni ci saranno test per chi sarà all'interno, compiuti da una struttura accreditata", ha aggiunto Brawn

Il tutto per evitare il bis del disastro australiano, quando un contagio nel team McLaren, di fatto, innescò la reazione a catena che ha portato a cancellare il weekend di Melbourne in extremis. "Da allora la situazione si è evoluta", ha ribadito Saillant, "ora abbiamo dispositivi rapidi per le diagnosi, e possiamo isolare e controllare chi è stato a contatto con un caso positivo". La F1, più di altri sport, dovrà poi dialogare con molteplici governi, ognuno dotato delle proprie regole. In più, i vari circuiti sorgono in aree dalle caratteristiche diverse. Ma almeno in l'Austria ci sarebbero alcuni elementi favorevoli: "Il Paese sta emergendo da una crisi che è stata moderata", ricorda Saillant, e il tracciato di Spielberg è situato in campagna. Per Hanoi, round in città, ci vorranno invece accortezze ancora maggiori.
Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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