Trapianti ai leucemici, in ospedale nasce il farmaco con staminali del cordone ombelicale per trattare il rigetto

Mercoledì 13 Maggio 2020
Laboratorio terapie cellulari avanzate, da sito Ltc della Ulss 8 Berica

 VICENZA - È la prima volta che in Italia viene prodotto un farmaco sperimentale, realizzato a Vicenza con le cellule «stromali mesenchimali» ottenute da cordone ombelicale, per trattare le forme più gravi di rigetto post trapianto di midollo osseo nei pazienti affetti da leucemia. Il farmaco è stato realizzato nel laboratorio di Terapie cellulari avanzate dell'Ulss 8 Berica di Vicenza, dove nei giorni scorsi è avvenuto anche il primo trattamento su un paziente.

Per il laboratorio questo segna l'avvio di una nuova fase, come spiegato dal direttore generale dell'Ulss 8 Giovanni Pavesi: «Siamo l'unica 'cell factory' del Nordest italiano - ha dichiarato - a portare avanti tale progetto. Dopo avere ricevuto già lo scorso anno l'autorizzazione alla produzione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco, siamo in grado di produrre i farmaci sperimentali non solo per la nostra azienda socio-sanitaria, ma anche per tutte quelle che ne hanno necessità, alle quali possiamo fornire anche un supporto completo in termini di know-how sulle procedure da seguire». «Ad oggi siamo gli unici - ha aggiunto Giuseppe Astori, direttore del laboratorio di Terapie cellulari avanzate di Vicenza - a ricavare le cellule stromali mesenchimali dal cordone ombelicale, mentre in genere si utilizza il midollo osseo. Rispetto all'approccio tradizionale, l'uso del cordone ombelicale presenta però due vantaggi. Il primo è che essendo cellule molto giovani sono di ottima qualità e non c'è il rischio che vengano riconosciute come estranee dall'organismo.

Il secondo è che possiamo produrle utilizzando un materiale di scarto, che è molto più facile reperire come donazione rispetto al midollo osseo», ha concluso. 

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