È stato un addio strappalacrime quello tra il personale dell’Idi e la signora Elisabetta, classe ‘22, dunque 98 anni, accudita come una neonata e guarita dal coronavirus. I medici non si sono arresi, l’hanno strappata al virus e mai data per spacciata. Coccolata, a tal punto che una volta riprese le forze, mentre le infermiere le toglievano la leggera peluria cresciuta sul viso, ha chiesto: «Ma il parrucchiere, quando arriva?». Era tutta contenta, ricorda chi era presente, «rispondeva a tono e imboccata, davanti al semolino, ha buttato lì: ma non si potrebbe avere una bella banana?», racconta divertito e soddisfatto Antonio Sgadari, responsabile del Reparto Covid-19 dell’Idi.
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Un gran lavoro di squadra e una fibra forte dietro questo caso covid ripreso per i capelli.
«NOI CI METTIAMO IL CUORE»
«Elisabetta ha lottato con tutte le sue forze, e grazie alla medicina e all’affetto di tutto il personale è riuscita a tornare a casa - ancora il dottor Sgadari - l’abbiamo monitorata h24 da uno stato di precoma è tornata a vivere. E intorno a lei ha trovato un gran cuore, le si erano affezionati, alcuni infermieri commossi quando è andata via mi hanno chiesto: “ma non possiamo tenerla ancora qualche giorno?”. Lei ci ha ringraziato fino all’ultimo». Arrivata in fase acuta al Gemelli, l’8 era all’Idi. «Le sue condizioni sono peggiorate, desaturava sempre più e aveva insufficienza respiratoria. Abbiamo aumentato l’assistenza respiratoria ma mai smesso di alimentarla. La tempra, il suo genoma, il dna hanno fatto il resto, ha iniziato a rispondere alle terapie, si è svegliata, poi si è rimessa seduta. Come si è salvata? Filosoficamente le rispondo che le sono state garantite le stesse cure che si danno a un malato di 78/79 anni; poi hanno contato i mezzi messi a disposizione dalla Regione e dall’ente. E non va trascurato l’affetto delle persone. Noi ci crediamo in quello che facciamo, la vicinanza alle persone passa attraverso gesti concreti. Certo, conta pure la fibra straordinaria di una persona». E così tra gli applausi Elisabetta se ne è andata via, spaesata da tanto affetto, «è tornata nella struttura dove vive, non ha nessun altro che si occupi di lei», ricorda l’avvocato Mannucci, che dal 2009 è l’amministratore di sostegno della vecchina dalle sette vite.