Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Prada denuncia il silenzio del settore: «C'è anche moralismo?»

Martedì 5 Maggio 2020
Le riaperture che a grappolo si susseguono nel mondo della moda lasciano scorgere anche di più una certa distanza tra il mondo reale, tuffato nelle indagini sugli effetti economici della crisi provocata dal coronavirus  e l’intero universo dell’abbigliamento del quale nelle comunicazioni che si preoccupano dei diversi settori dello nostra economia non appare quasi traccia. Un po’ come ciò che è accaduto per il mondo dello  spettacolo che solo negli ultimi giorni si è affacciato per far sapere che la miriade di lavoratori  messi sul lastrico dalla chiusura delle attività al completo chiede che ci si occupi anche di chi dedica la sua attività, il suo lavoro, la sua vita,  alla dimensione  ludica.  Accade anche con la moda che pure nel quadro dell’economia nazionale occupa il secondo posto dopo il turismo.  Forme di moralismo vintage?  Timore che qualcuno possa  obiettare che  “non è il caso di preoccuparsi troppo di settori  orientati al leggero della vita, al  superfluo?  E il gioco del calcio, e lo sport?  Interrogativi che possono trovare varie risposte, ai quali un manager autorevole come Patrizio Bertelli (Prada) fornisce una sua risposta  accusando il settore di non saper fare “squadra”, di   “non avere messo a punto una struttura rappresentativa della moda che dialoghi con il governo come  fanno i metalmeccanici che sono poi anche meno di noi ma storicamente più ascoltati. Non c’è nemmeno un sindacato della moda   :  un’assenza che genera mancanza di appartenenza -   ha dichiarato il co-ceo  del Gruppo Prada in una intervista del Corriere della Sera -  Siamo divisi in diverse associazioni e quando nel 2012 ho cercato di riunirle tutte in una sola, che avesse al proprio interno Pitti,  la Camera della Moda, ltalgamma e le altre,   sembrava  di rubare a ciascuno un pezzettino della propria storia.  Manca una associazione forte che  ci  rappresenti all’interno del sistema”.
Ad avvalorare la denuncia di Pitti la dichiarazione di  Saint Laurent  che addirittura annuncia che in futuro non terrà più conto delle “date” della moda  con le scadenze  stagionali considerate usuali fino ad oggi  ma darà via libera al “Wind of changes”,  ovvero  la determinazione  della Maison francese  guidata  dallo stilista Anthony Vaccarello,  di rispettare solo un calendario personalissimo stabilito dalla creatività, totalmente sganciato dalle date canoniche stabilite dal calendario della moda fino all’avvento del coronavirus.  Un motivo di più per ritenere fondata la preoccupazione esternata da Prada a proposito di mancanza di coesione e spirito di “squadra” .
Ma - ripeto - non è la sola ragione: i conti con il moralismo che condanna la dimensione ludica (eccetto lo sport)   bisogna farli senza timori né ipocrisie.

  Ultimo aggiornamento: 09-05-2020 15:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA