Italrugby: senza 6 Nazioni e test a rischio 22 milioni e i soldi del fondo Cvc

Martedì 21 Aprile 2020 di Ivan Malfatto
Nazionale italiana di rugby, da sinistra Braam Steyn del Benetton Treviso e il capitano Luca Bigi (dal sito Fir)
ROMA.  Se l'Italia non completerà il Sei Nazioni e non disputerà i test autunnali, per l'emergenza coronavirus, la Federazione italiana rugby (Fir) vedrà a rischio di forte riduzione un previsto introito di circa 22 milioni di euro, che vale metà del suo bilancio annuale. Inoltre, secondo la stampa inglese, il fondo d'investimento Cvc avrebbe sospeso l'acquisizione in corso del 15% della società titolare del Sei Nazioni, a causa dell'incertezza sulla conclusione del torneo 2020, e questo sarebbe un altro duro colpo economico per le sei federazioni proprietarie, compresa la Fir.

SEI NAZIONI E TEST-MATCH
Nel 2018 l'Italia ha incassato circa 19 milioni dal Sei Nazioni fra diritti tv, sponsor, premi, biglietteria e altre entrate. Se il torneo sospeso per il coronavirus non sarà terminato in ottobre, come sperano gli organizzatori, una parte di quei soldi non affluira nelle casse dell'Italia, visto che che l'Italia ha giocato solo tre partite. Deve recuperare quelle con Irlanda e Inghilterra. Per quest'ultima verrebbe meno anche l'incasso a Roma, stimato in  2,5 milioni, sia che non si giochi, sia che si giochi a porte chiuse. I test match d'autunno contro Australia, Sudafrica campione del mondo e Uruguay valgono altri 3 milioni circa. In tutto quindi 22 milioni in circa in ballo.

Il presidente di World Rugby Bill Beaumont ha dichiarato al Times: "C'è una concreta possibilità" che non ci sia più rugby internazionale giocato quest'anno. L'ipotesi stop definitivo quindi è concreta, non una boutade.

Per questo motivo il consiglio federale nelle ultime sue riunioni ha preso decisioni solo sui club riguardo all'emergenza Coronavirus (160 mila euro a testa a quelli di Top 12 e 2 milioni per tutti gli altri) , ma sulle spese per i tecnici federali (dal ct Franco Smith a quelli territoriali) e su tutta la filiera dell'alto livello.
Il sistema Accademie (4 under 18 e quella under 20 di Remedello-Calvisano) costa circa 2,7 milioni l'anno, secondo le cifre girate in consiglio. Le retribuzioni per lo staff tecnico della Nazionale maggiore e under 20 costava circa 1,5 milioni con Conor O'Shea (380.000 mila euro a lui). Per mantenere il sistema complessivo dell'alto livello si spende circa l'85% delle risorse di bilancio.
Se verrano a mancare fette importanti dei 22 milioni bisognerà decidere dove tagliare.

I SOLDI DEL FONDO CVC
Il fondo lussemburghese d'investimento Cvc Capital Partners, ex proprietario della Formula 1, è entrato nel business del rugby acquistando nel 2018 il 27% della Premiership inglese, per un valore di 230 milioni di euro. Avrebbe acquisito a inizio 2020, ma non ancora annunciato ufficialmente, il 27% del Pro 14 per 140 milioni di euro. Ha dichiarato di essere in negoziati esclusivi per l'acquisto del 15% del Sei Nazioni per 320 milioni di euro.

Le due acquisizioni, secondo i dati del Sole 24 Ore, avrebbero dovuto portare nelle casse della Fir 60 milioni complessivi: 20 dalla vendita del 27% del Pro 14, 40 dalla vendita del 15% del Sei Nazioni. Quest'ultima acquistizione secondo il quotidiano francese l'Equipe, che cita a sua volta il magazine inglese The Rugby Paper, sarebbe stata  sospesa per l'incertezza sul torneo dovuta al Coronavirus.
Cvc aveva preventivato di vendere i diritti tivù del prossimo torneo a circa 800 milioni di euro, ipotizzando in Inghilterra di mandare per la prima volta le partite su Sky e non in chiaro sulla Bbc, come raccontato sempre sulla stampa inglese. In questa situazione non sarebbe più possibile, da qui lo stop alle trattative.



 
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