Coronavirus. Anziana lasciata a terra, il sindaco si scusa: «Paura tollerabile, il menefreghismo no»

Giovedì 9 Aprile 2020 di Paolo Calia
Coronavirus. Anziana lasciata a terra, il sindaco si scusa: «Paura tollerabile, il menefreghismo no»
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TREVISO «Ho voluto parlare con la signora e mi sono anche scusato a nome dei trevigiani per quelle due o tre auto, non di più, che non si sono fermate darle aiuto quando era a terra. Voglio sperare che si sia trattato solo di disattenzione, che chi era alla guida non si sia accorto di quanto stava accadendo. Spero questo, perché non tollero il menefreghismo».

 

Coronavirus. Anziana cade a terra in centro a Treviso. Nessuno si ferma, le auto la scansano

Cade a terra in strada e nessuno si ferma a soccorrerla . È successo davvero oggi, 7 aprile 2020 nella civilissima .

La sventurata, una anziana, è rimasta a terra fino a quando non è stata soccorsa dall'autista di un bus di linea, l'unico che si sia fermato.



Il sindaco Mario Conte ieri ha chiamato Ornella Vichi, la signora che martedì è caduta davanti al Duomo, ferendosi alle ginocchia ed è rimasta a terra senza ricevere alcun aiuto. Solo un autista della Mom ha avuto la prontezza di fermare il proprio mezzo e prestare soccorso, senza peraltro che nessuno dei passeggeri del bus si sentisse in dovere di dare una mano. Purtroppo la distanza sociale imposta in questi giorni per arginare la diffusione del virus presenta anche il lato oscuro dell'indifferenza. 

IL MONITO
«La signora era tranquilla - dice il sindaco - solo dispiaciuta che nessuna delle auto che le sono passate accanto mentre era a terra si sia anche solo fermata. Sarebbe bastato rallentare, abbassare il finestrino e chiedere se c'era bisogno di aiuto, di chiamare qualcuno. Sarebbe bastata una parola. Capisco la paura, ma non voltiamo mai le spalle a chi ha bisogno. L'isolamento cui siamo costretti non aiuta, ma sono convinto che questa situazione non vada a intaccare il dna dei trevigiani, votati all'aiuto del prossimo». Ma anche l'obbligo di indossare sempre le mascherine può alzare barriere che inibiscono i rapporti sociali basilari, come prestare aiuto a chi cade: «La mascherine non c'entrano - ribatte Conte - pesa di più l'isolamento che condiziona. Ma io invito tutti a usare buon senso. Chi ha bisogno va aiutato, sempre».

LO SPIRITO
Dal canto suo la signora Ornella si dimostra di gran spirito: «A dire il vero ieri (martedì ndr) mi sentivo meglio, adesso le botte si fanno sentire - dice sorridendo - mi sono sentita in dovere di cercare quell'autista per ringraziarlo a dovere. Mi ha aiutata a rialzarmi, a rimettermi in piedi. Avevamo tutti e due le mascherine, non è stato semplice. Quando sono tornata a casa ho chiamato la Questura per capire come rintracciare quel signore perché ritenevo giusto dare rilievo al suo gesto. Prima di lui sono passate tre auto. Mentre ero a terra nessuno si è fermato, nessuno ha nemmeno abbassato il finestrino per chiedere come stavo.

Sinceramente lo si poteva fare anche restando a quattro metri di distanza, senza correre rischi». La signora Ornella è abituata a seguire scrupolosamente le direttive: «Ogni dieci giorni vado a fare la spesa - dice - esco alle 19,15 di casa, sono al supermercato alle 19,25 per essere la prima e entrare, sto dieci minuti massimo e poi me ne torno a casa. Porto sempre la mascherina e due paia di guanti. E ieri (martedì ndr) ero un po' in difficoltà perché avevo le mani insanguinate. E tutto per aver inciampato... Non c'è molta gente in giro a quell'ora, bisogna dirlo. Ma tre macchine però sono passate. Comunque ho apprezzato molto la telefonata del sindaco, è stato gentile».

IL CONSIGLIO
«Non scordiamoci mai di essere umani». In un contesto del genere è quanto mai utile il punto di vista di Marzio Favaro, sindaco/filosofo di Montebelluna: «Questo periodo, oltre ad aumentare la distanza tra le persone, aumenta anche il sospetto. Bisogna quindi conservare i nervi saldi, ragionare. Se una persona cade, la si aiuta: se si hanno le mascherine non si rischia il contagio nel sorreggere qualcuno. Non facciamoci prendere dallo sconforto, dalla malinconia. Reagiamo e cerchiamo sempre di restare umani». 

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