Nuovi test fatti negli ospizi fanno balzare il numero dei positivi

Giovedì 9 Aprile 2020 di Nicola Munaro
L'ospedale di Dolo
 La dimensione di quanto possa pesare sul veneziano l’insinuarsi del nemico invisibile tra i corridoi e le stanze delle residenze per anziani, la dà il bollettino delle 17 di Azienda Zero. Dopo giorni di relativa calma, con aumenti sempre in linea rispetto alle rilevazioni precedenti, il saldo dei positivi di ieri, a fine giornata, diventa di colpo il picco più alto mai toccato in ventiquattro ore. Dalle 17 di martedì alle 17 di ieri si sono registrati 138 nuovi positivi al coronavirus: la gran parte arriva dai tamponi effettuati nelle case di riposo, mentre il resto della torta percentuale è riempito dall’entrata a pieno regime dei macchinari che all’Angelo sono in grado di processare fino a 1.800 tamponi al giorno. 
Chiaro, quindi, che la curva dei positivi subisca un’impennata. Il risultato è quello di veder schizzare a 1.695 il numero dei contagiati dall’inizio della pandemia - il 22 febbraio per Venezia e provincia - e nel contempo veder azzerato un altro record di mercoledì 8 aprile, quello dei guariti che tra dimessi e usciti dalla quarantena è arrivato alla cifra di 141 pazienti usciti dal tunnel di Covid-19. Il dato delle persone attualmente positive nel veneziano infatti è di 1.285, solo 3 in meno rispetto a martedì: il risultato della sottrazione tra guariti (141) e nuovi positivi (138). Calano i ricoveri in Terapia Intensiva, scesi a 50.
LE VITTIME
Nel rendiconto crescono ancora le morti che sono 4, ma solo 3 sono stati registrati da Azienda Zero, per un totale arrivato a 114 croci (113 il dato bollinato dalla Regione). Tre decessi sono avvenuti all’ospedale di Dolo: quello di Severina Romanato, 95 anni, di Dolo, morta il 7 aprile; di Valeria Melato, 85 anni di Spinea, morta il 7 aprile e di Maria Luisa Zardin, 85 anni di Fiesso d’Artico, morta ieri a Dolo dov’era arrivata nelle scorse settimane dalla casa di riposo di Fiesso. All’ospedale di Jesolo è morto invece il professor Alberto Canton, 73 anni di San Donà di Piave. 
LE CASE DI RIPOSO
«Sono adesso il nostro più grande problema», aveva detto a inizio settimana il direttore generale di Ulss 3, Giuseppe Dal Ben. E i dati sembrano adesso dargli ragione e confermare la paura di tanti, cioè che l’esplosione del virus nelle residenze per anziani avrebbe causato un’emergenza nell’emergenza. Stando ai dati parziali diffusi dalla Regione Veneto  nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima sono 174 gli ospiti delle case di riposo positivi al coronavirus, la gran parte concentrati nelle strutture di Mira, Fiesso d’Artico e Chioggia, e 12 quelli ricoverati negli ospedali. 
Sono 37, invece, gli anziani che risiedono nelle centri dell’Ulss 4 Veneto orientale al momento positivi a Covid-19 mentre per adesso nessuno è ricoverato. Una fotografia replicabile anche per quanto riguarda gli operatori sanitari in servizio nelle residenze per anziani. Nell’Ulss 3 sono 78 i positivi e 24 nell’Ulss Veneto Orientale. I dati però esploderanno di sicuro nei prossimi giorni, dal momento che lo screening nelle case di riposo non è ancora concluso. 
LE STRUTTURE
Al Covid-Hospital di Dolo è stato allestito gazebo davanti all’ingresso del Pronto Soccorso dove stazionano le ambulanze per effettuare il pre-triage. 
«Si segnala - spiega Daniele Giordano, segretario generale di Fp Cgil - che per i tamponi rapidi il referto arriva dopo 7/8 ore. Non è partito il turno notturno in laboratorio a Mestre e dopo le 18 si blocca tutta la refertazione: il problema è che un paziente resta in attesa in ospedale».
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