Dobbiamo ammetterlo: pochi fra di noi avevano capito quanto vicina e quanto grave fosse l'epidemia

Mercoledì 8 Aprile 2020
Egregio direttore,
bisogna sempre far chiarezza e precisare i soggetti che assumono certe decisioni. È generoso e altruista il pensiero del signor Zamboni che l'altro ieri ha proposto di assegnare il titolo per il campionato di calcio all'Atalanta. Personalmente, visto che si cita la qualificazione ai quarti di finale della Champions League, ho un dubbio che mi rode: l'aver fatto giocare a Milano una partita con 40.000 presenti provenienti tutti da Bergamo in pieno fenomeno coronavirus potrebbe aver contributo all'espandersi della pandemia e allora visto che nessuno ha escluso questa ipotesi più che assegnare lo scudetto andrei alla ricerca dei responsabili che logicamente hanno autorizzato lo svolgimento di questo evento.

Giuliano R.

Caro lettore,
in questo momento non mi sembra che l'assegnazione del titolo del campionato di serie A non sia un argomento così importante. La proposta del nostro lettore era un gesto di apprezzabile e generosa solidarietà per una città, Bergamo, così profondamente martoriata dal coronavirus. Giusto evidenziarlo. Quanto alla partita di Champions League Atalanta-Valencia di Milano, che quell' incontro possa essere stata una bomba biologica perchè ha messo a contatto decine di migliaia di persone provenienti da Bergamo e da Valencia, è un'ipotesi che è stata affacciata dagli esperti una decina di giorni fa. E con ogni probabilità risponde alla verità, anche se sarà difficile da provare scientificamente. Ma quando la partita si è giocata, per decisione della Uefa e non delle due società, era il 19 marzo, non c'era alcuna restrizione in atto e ben pochi immaginavano quello che poi sarebbe successo. I primi casi di coronavirus si sarebbero manifestati in Italia solo alcuni giorni dopo. Lo voglio ricordare e sottolineare perché oggi in molti cercano di dimenticare un'amara realtà: la maggior parte degli italiani, compresi i nostri governanti ma moltissimi di noi con loro, non aveva capito per tempo quanto la minaccia del coronavirus fosse grave e quanto fosse vicina a noi. Quando l'abbiamo compreso, purtroppo, era già troppo tardi.
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