Sorelle suicide a Venezia: erano rimaste senza lavoro per il Coronavirus

Mercoledì 8 Aprile 2020
Restano senza lavoro per il coronavirus, le due sorelle si sono uccise insieme
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VENEZIA Sono morte nella notte tra lunedì e martedì, cadendo dal motobattello Guardi dell'Actv, o più probabilmente decidendo di gettarsi volontariamente nelle acque della laguna lungo il tragitto tra Punta Sabbioni e il Lido di Venezia. I corpi privi di vita di due sorelle di origine marocchina, residenti a Marghera (Venezia), sono stati recuperati dai vigili del fuoco poco dopo le due di notte, all'altezza della bocca di porto del Lido, vicino al cantiere del Mose, a conclusione di una ricerca durata più di un'ora.


 

Si tenevano ancora per la mano

A lanciare l'allarme è stato il comandante del mezzo pubblico che, alla fermata del Lido, si è accorto della scomparsa delle uniche due passeggere. Il marinaio di bordo ha trovato una bottiglia, due paia di scarpe ordinatamente riposte e nessuna traccia delle due persone salite a Punta Sabbioni, il che fa propendere per l'ipotesi di un gesto volontario: le due donne, di 39 e 43 anni, quando sono state ripescate si tenevano ancora per mano. L'esame esterno dei loro corpi ripescati dalle acque della laguna non ha evidenziato segni di violenza. In ogni caso, con molte probabilità il sostituto procuratore di turno, la dottoressa Alessia Tavarnesi, disporrà l'autopsia per ottenere tutte le necessarie conferme e chiarire qualsiasi possibile dubbio.

 

Tragedia a Venezia: due sorelle muoiono annegate. Cadute dalla motonave Actv, ritrovate in acqua mano nella mano

na delle due, una 39enne, è stata identificata grazie ai documenti che aveva con sè.

Si tratta di una cittadina marocchina, in Italia con lo status di rifugiata, cheDue sorelle di 39 e 43 anni sono morte annegate a Venezia. Le vittime sono cadute dalla motonave Guardi dell'Actv , nessuno se ne era accorto.


Soltanto una delle due, la trentanovenne, aveva con sé i documenti ed è stato dunque possibile identificarla subito con certezza; sull'altra gli inquirenti hanno ipotizzato fin da subito che si trattasse della sorella, circostanza che ha trovato conferma in serata. I nominativi non sono stati ufficializzati nell'attesa di riuscire ad avvisare i familiari che, a quanto pare, non risiedono in Italia.
 
SEMPRE INSIEME
Le due donne erano domiciliate a Marghera: secondo quanto riferito dalla Capitaneria di Porto, che sta conducendo gli accertamenti, lavoravano nel settore del turismo ed erano rimaste senza lavoro a seguito dell'emergenza coronavirus. I vicini di casa di via Alleghe raccontano che le due sorelle abitavano in quel appartamento da 5-6 anni, ed erano solite uscire e rincasare sempre assieme. Da quanto è stato riferito, non è stato rinvenuto alcun biglietto che possa spiegare l'accaduto e a bordo del motobattello non c'erano altri passeggeri e dunque nessun testimone, in quanto il marinaio, dopo aver effettuato l'imbarco a Punta Sabbioni, aveva raggiunto il comandante, per poi uscire nuovamente soltanto in vista delle operazioni di ormeggio al Lido.

I corpi delle due donne sono stati rinvenuti all'altezza del cantiere del Mose, alla bocca di porto del Lido, dai sommozzatori dei Vigili del fuoco, impegnati nelle ricerche assieme agli uomini della Capitaneria e di porto e dei Carabinieri di Venezia. Ieri mattina gli investigatori si sono recati anche nella loro abitazione di Marghera, riuscendo ad aprire la porta con l'ausilio dei vigili del fuoco, alla ricerca di conferme in merito all'identità delle due donne, nonché di altri elementi utili alle indagini.

Gianluca Amadori
Lorenzo Mayer

Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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