Il primo questore donna: «Sicurezza con i cittadini»

Mercoledì 8 Aprile 2020 di Gabriele Pipia
Isabella Fusiello è il primo questore donna di Padova: nella foto è immortalata durante una cerimonia a Reggio Emilia
PADOVA - Centoventi chilometri di strada, un’ora e mezza di macchina e una nuova sfida ad attenderla. Isabella Fusiello ieri pomeriggio si è messa in viaggio da Bologna a Padova e questa mattina entrerà per la prima volta nel suo nuovo ufficio di piazzetta Palatucci. Il primo questore donna della città arriva esattamente due settimane dopo il trasferimento a Roma del suo predecessore Paolo Fassari.
Dopo Cuneo, Reggio Emilia, Trieste e Potenza, la dirigente generale Fusiello - sessantenne originaria di Andria - si troverà dunque a guidare una questura promossa lo scorso febbraio in “fascia A”. Questore, la notizia del suo arrivo in città circolava ormai da diversi giorni.

«Sì, ma la comunicazione ufficiale dal Ministero dell’Interno mi è arrivata solamente lunedì sera. Sono pronta e motivata per affrontare questo nuovo incarico e per conoscere una città che molti mi descrivono meravigliosa».
Arriva in un periodo di piena emergenza sanitaria. È più complicato insediarsi in questa situazione?
«No, lo scenario non mi preoccupa assolutamente. Ormai sono abituata da molti anni ai trasferimenti. Da quando lo scorso febbraio ho lasciato la questura di Potenza sapevo che sarei stata presto destinata ad un’altra sede. Diciamo che avevo la valigia già pronta. Sono molto felice di tornare a Nordest, dopo l’esperienza di Trieste».
Dovrà subito coordinare l’attività di controllo in strada in vista di Pasqua e Pasquetta. «Certo, so che questa mattina (ieri, ndr) c’è stato un tavolo tecnico in prefettura a cui ha partecipato il vicario della questura e metteremo in campo il massimo sforzo. Non possiamo assolutamente permetterci che la gente vada in giro liberamente».
Ha già avuto modo di sentire le altre cariche istituzionali padovane?
«Ho sentito anzitutto il mio predecessore. Con il questore Fassari siamo compagni di corso e ci conosciamo da anni. Lo stesso vale per il prefetto Franceschelli, con cui in passato ho già collaborato molto proficuamente. Tra noi c’è stima reciproca. E ho pure avuto un primo approccio telefonico con il sindaco Giordani, in attesa di poterlo conoscere personalmente».

Proprio il sindaco ripete da tempo lo stesso concetto: la vera piaga della città è lo spaccio di droga.
«Ne parleremo, con il sindaco ma anche con i cittadini. La sicurezza si costruisce tutti assieme e, sempre tutti assieme, faremo il massimo per liberare i giardini e le piazze».
A Padova sta prendendo sempre più piede anche il Controllo di vicinato. È un’iniziativa che va in questa direzione?
«Assolutamente sì, io sono molto per la sicurezza partecipata e già quando ero questore a Reggio Emilia me ne ero occupata. Eravamo state tra le prime città a muoverci in questo senso, credendoci fortemente. Con i cittadini mi piace avere un rapporto diretto. Sarò a massima disposizione dei padovani».
Al di là dell’aspetto professionale, conosce già la città?
«Solo marginalmente.
Ho accompagnato molte volte mio padre a fare le cure termali ad Abano e sono venuta alcuni fa a trovare una cara amica alla facoltà di Psicologia di Padova. So che è una città molto vivace dal punto di vista sociale e culturale, non vedo l’ora di conoscerla. Sono sicura che mi troverò bene». 
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