Coronavirus. Amina, studentessa sulle ambulanze: «Turni di 12 o anche 14 ore, ma sono in prima linea»

Mercoledì 8 Aprile 2020 di Maria Elena Pattaro
Amina Abeis, la studentessa di Casale di Scodosia che fa la volontaria in ambulanza da quando c'è l'epidemia
PADOVA - Dai banchi di quinta superiore all’ambulanza della Croce Europa: in questa guerra contro il Coronavirus Amina Abeis sapeva di poter fare la sua parte, anche se ha solo vent’anni ed è ancora una studentessa. Per questo non ha esitato a scendere in prima linea.

Amina abita a Casale di Scodosia e frequenta l’ultimo anno dell’istituto professionale “Giuseppe Medici” di Legnago (Verona) indirizzo socio-sanitario. Da quando è scoppiata l’epidemia e le scuole sono state chiuse ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al volontariato in ambulanza con l’associazione Croce Europa, insieme alla sua compagna di classe Keltum Lafkih, anche lei di origini marocchine. 

«Lo faccio con il cuore – spiega Amina, a cui è capitato di trasportare delle persone positive al Covid-19 – Il paziente che mi è rimasto più impresso è un signore asintomatico, che aveva problemi a una gamba. Tremava, piangeva e continuava a ripetere che lui non aveva niente. Ho cercato di tranquillizzarlo, in quei casi non c’è molto altro da fare. Nella stanza dell’ospedale di Villafranca (Verona) in cui lo abbiamo accompagnato c’era un altro uomo, intubato. Sono quelle le immagini che ti fanno capire quanto è grave la situazione».
Di solito i turni durano 12 ore ma in questa emergenza capita di restare in ambulanza anche per tredici o quattordici, tornando a casa a mezzanotte. A casa, ad aspettare Amina ci sono i genitori e in due fratelli, preoccupati che possa contrarre il virus: preferirebbero che non fosse così esposta.

«Ogni tanto anch’io ho un po’ di apprensione – confessa la giovane soccorritrice – ma se iniziano a stare a casa i medici, gli infermieri e tutto il personale che può dare una mano, l’emergenza non finirà mai.
Bisogna lottare fino alla fine». Stefano Minozzi, preside dell’istituto, è orgoglioso della scelta fatta dalla studentessa e dalla sua compagna di classe, tanto da lodarne l’impegno attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook della scuola: «Vogliamo ringraziare le allieve che sono angeli in questa battaglia, prestando il loro volontariato in ambulanza. Un grande abbraccio, nell’attesa di ritrovarci a scuola». Nonostante il volontariato in ambulanza assorba gran parte delle sue energie, Amina continua a seguire le videolezioni: deve prepararsi all’esame di maturità. Visto il suo impegno, i professori cercano di scendere a compromessi, fissando le verifiche quando ha il giorno libero o comunque in orari compatibili con i turni. Molte cose le sta imparando sul campo. Dopo la maturità le piacerebbe iscriversi a Scienze Infermieristiche. «Mi è sempre piaciuto aiutare gli altri – racconta –. Credo che la mia propensione sia diventata ancora più forte una decina di anni fa, quando mia nonna ha fatto un ictus. Mia mamma le faceva assistenza e la aiutava in tutto: con il suo esempio sotto gli occhi mi sono resa conto di quanto sia importante prendersi cura di soffre. Ma ora in questa emergenza anch’io voglio fare la mia parte». 
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