Ricoverato in ospedale il sindaco di San Donà: «Mi è stata diagnosticata un'infezione polmonare. Staremo a vedere»

Sabato 4 Aprile 2020 di Fabrizio Cibin
Ricoverato in ospedale il sindaco di San Donà: «Mi è stata diagnosticata un'infezione polmonare. Staremo a vedere»
Il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, 53 anni tra pochi giorni, è stato ricoverato a Jesolo per una infezione polmonare. E' stato lo stesso primo cittadino ad informare, attraverso un messaggio sulla sua pagina Facebook, del ricovero, il primo della sua vita. «Da quando sono nato, ho avuto la fortuna di non essere mai stato in ospedale. Sino ad oggi. Mi è stata diagnosticata un'infezione polmonare. Staremo a vedere di che cosa si tratta. Vi terrò aggiornati! Un caro saluto», scrive sul social. Non usa il termine Covid-19, anche perché l'esito del tampone, fino a ieri sera, ancora non era arrivato. Ma il fatto che sia stato mandato a Jesolo, struttura ospedaliera destinata a questo tipo di infezione, testimonia di come ci fosse il sospetto che i sintomi riscontrati fossero quelli del coronavirus. 

AL PRONTO SOCCORSO
Cereser si era recato in mattinata al Pronto soccorso della sua città per una visita di controllo, determinata da uno stato di malessere. La visita avrebbe, dunque, riscontrato i sintomi riconducibili al Covid-19 e così, in attesa dell'esito del tampone, è stato trattenuto in una stanza isolata del reparto Malattie infettive seguito dal primario di medicina, il dottor Lucio Brollo. «Ho sentito il sindaco in serata, al telefono ha detto il direttore generale dell'Ulss 4, Carlo Bramezza e gli ho fatto i miei auguri di pronta guarigione». La patologia si presenterebbe comunque in forma leggera e le condizioni del paziente sembrerebbero buone. Come da prassi anche moglie e figlia dovranno stare in isolamento preventivo in casa, e così le persone che, negli ultimi giorni, sono venute a contatto con lui. Tutti saranno sottoposti a tampone.

IL BILANCIO
La notizia del ricovero del sindaco Cereser arriva in una giornata in cui la città piange altre tre persone venute a mancare a causa del Covid-19. Si tratta di Guido Rossin, di 77 anni e di Roberto Ceolin, 72 anni, ricoverati all'ospedale di Jesolo. Quindi di Ivano Babbo, di 57 anni: era stato ricoverato alla casa di cura Rizzola per altre gravi patologie. Complessivamente sono 18 le persone decedute, di queste 12 sono di San Donà. Un fatto che, nella giornata in cui viene annunciata una diminuzione dei casi gravi, fa crescere la paura in città. I dati, dunque. E' salito a 387 il numero complessivo delle persone contagiate da Covid-19 nel Veneto orientale, una ottantina negli ultimi quattro giorni. Aumenta, secondo quanto riferito dall'Ulss 4, anche il trend dei pazienti dimessi dalla terapia intensiva e, in generale, usciti dal Covid-Hospital di Jesolo. Notizie positive proprio dal nosocomio della città balneare, dove da una media di 14 pazienti ricoverati in terapia intensiva si è scesi ad una media di 10 ricoverati, ciò significa che sono diminuiti sia gli ingressi e sia le condizioni fisiche di una serie di pazienti qui ricoverati, trasferiti nei reparti di malattie infettive. Stanno diminuendo anche i degenti nell'area malattie infettive. 

TAMPONI
«Nell'analisi delle positività di questi giorni va tenuto conto che si tratta di tamponi rilevati tra il 21 e il 23 marzo spiega il direttore del dipartimento di prevenzione, Luigi Nicolardi Abbiamo notato un leggero miglioramento ma bisognerà attendere ancora diversi giorni per vedere significative riduzioni». Sul fronte tamponi sono 3360 quelli eseguiti alla data di giovedì sulla popolazione e 1542 al personale dipendente dell'Ulss 4. Le persone attualmente in sorveglianza sono 805. Intanto si registra una protesta da parte di una cittadina che ieri al Cup di San Donà, nell'orario di ritiro dei referti, dalle 14 alle 15, afferma di «non aver trovato dispositivi di protezione tipo guanti e gel e vorrei far notare che non vi è alcun controllo per evitare gli assembramenti». 
Fabrizio Cibin
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