Coronavirus Napoli, insulti e minacce dopo la festa illegale in strada: «Fateci sfogare o uccidiamo la gente»

Martedì 31 Marzo 2020 di Gennaro Del Giudice
Coronavirus Napoli, insulti e minacce dopo la festa illegale in strada: «Fateci sfogare o uccidiamo la gente»

Un intero rione trasformato in zona franca, tutti in cortile a cantare, ballare e ad abbracciarsi come se nulla fosse: adulti, ragazzini e anziani. E gli altri, quelli che in casa ci restano, affacciati ai balconi non smettono di applaudire. Neanche quando dall'altoparlante un pregiudicato urla contro i carabinieri, arrivati a riportare ordine: «Siamo disperati, siamo disperati a morte e non possiamo mangiare. Non avete capito, in una cosa dobbiamo sfogare, altrimenti dobbiamo fare le rapine o uccidere la gente. Noi siamo capaci di uccidere la gente».

Coronavirus Napoli, festa illegale per strada: in 50 ballano e cantano nonostante i divieti
 



Eccolo, il pomeriggio di follia andato in scena domenica a via Napoli, tra le case popolari del rione marocchini a Pozzuoli, zona della città che durante la seconda guerra mondiale ospitò l'esercito del Marocco. Una festa non organizzata, iniziata dopo pranzo quando uno dei residenti - poi identificato per un 51enne con precedenti per furto, ricettazione e contrabbando - con in mano un microfono ha iniziato a cantare dal balcone della sua abitazione al terzo piano un repertorio di canzoni neomelodiche. Un «concerto» che ha galvanizzato la gente del rione, che si è riversata nei vicoletti alle spalle del lungomare Sandro Pertini. Uno show in crescendo: l'uomo è stato presto invitato a scendere anch'egli in cortile dove ha dato vita a un ballo subito ripreso con i cellulari e postato in diretta su Facebook. Insieme a lui altri pregiudicati che hanno animato il pomeriggio di follia, a dispetto delle restrizioni e delle misure anticontagio. Tutto è finito sui social, con i video che sono diventati virali: in strada oltre cinquanta persone, molte delle quali senza mascherine, che si sono dileguate all'arrivo dei carabinieri accolti con fischi e insulti quando, una prima volta alle 16 e poi alle 19, sono intervenuti su segnalazione di alcuni residenti.
 

«Non siamo pentiti, volevamo solo sfogare perché non ce la facevamo più a stare nelle case.
Speriamo che adesso non ci denuncino» ha commentato un giovanissimo partecipante alla festa, che è arrivata all'indomani della morte dell'autista volontario del 118 e nel giorno dell'impennata dei contagi in città, saliti a 23 a cui si aggiungono cinque decessi. Il 51enne protagonista della festa è stato raggiunto ieri mattina nella sua abitazione in via Traversa Corso Umberto I dai carabinieri ed è stato identificato: insieme agli altri ripresi nei video rischia una sanzione amministrativa e l'obbligo della quarantena. I controlli nella zona sono andati avanti per l'intera giornata di ieri ed oltre cento sono state le persone fermate. «Da oggi in poi fermate anche i cani» si è sentito dalla radio di una volante che ieri mattina presidiava proprio l'ingresso del rione marocchini. «Il mio ringraziamento va alla polizia municipale, alla Guardia di Finanza, alla Polizia di Stato e in particolare ai Carabinieri che in queste ore stanno identificando questi personaggi», ha detto il sindaco Vincenzo Figliolia che insieme al consiglio comunale di Pozzuoli ha stigmatizzato l'accaduto. «Si sta procedendo con le relative sanzioni. Grazie soprattutto alla maggioranza della popolazione, corretta e rispettosa delle regole e di cui vado fiero. Ci sono migliaia di persone in queste ore che stanno rispettando le restrizioni per far rientrare l'emergenza sanitaria e poter tornare prima possibile alla normalità. Ed è inammissibile che ci siano ancora soggetti che credono di essere invulnerabili». 

Ultimo aggiornamento: 16:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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