Funerali vietati: l'ultimo saluto si celebra in streaming

Lunedì 30 Marzo 2020 di Denis Barea
Un funerale via streaming
Nei giorni in cui infuria la battaglia al coronavirus e la gente resta barricata in casa per spezzare la catena dei contagi, il dolore per la perdita di un proprio caro viene imprigionato nello spazio ristretto che si misura con la grandezza degli schermi di telefonini, tablet e monitor dei computer. Tra i sacrifici che vengono imposti alla gente nel tentativo di arginare l’epidemia c’è anche quello, doloroso, di dover rinunciare al “tradizionale” funerale di un proprio caro deceduto. E allora le brevi cerimonie consentite vengono trasmesse su internet. «Non poter dare l’ultimo saluto a un parente o a un amico - spiega Roberta Trevisin, una dei titolari dell’omonima azienda di pompe funebri della città - è un lutto che si aggiunge al lutto, la tecnologia può essere d’aiuto ma il dramma umano rimane». 

LE FUNZIONI
Per andare oltre le restrizioni che hanno cancellato i funerali pubblici e ricondotto il commiato alla tumulazione in cimitero alla presenza di non più di dieci persone, gli operatori del settore si affidano alla rete, dentro a cui l’addio a chi ci ha lasciato viaggia in streaming. Com’è successo l’altro giorno a Conegliano. «Una persona - spiega Daniele Marchioni, amministratore unico dell’agenzia funebre Memorial - ci ha commissionato il funerale di un’amica chiedendoci di fare una diretta internet della benedizione della salma perché potessero assistere anche i familiari della defunta i quali, abitando in un’altra regione, erano impossibilitati a partecipare alla funzione. La cosa ci ha sentimentalmente provato: facendo questo lavoro siamo sempre pronti a tutto, mai però avremmo pensato di trovarci in una situazione del genere». «L’ultimo saluto online - spiega Roberta Trevisin - ormai è sempre più diffuso. Abbiamo già svolto una decina di cerimonie in questo modo. Per renderlo tecnicamente possibile e accessibile alla maggior parte delle persone utilizziamo skype o i gruppi di whatsapp». 

LE RICHIESTE
Nessuno vuole peraltro rinunciare al funerale vero e proprio. «E quindi - torna a dire l’imprenditrice Trevisin - le famiglie decidono già oggi di organizzare un vero funerale quando le prescrizioni sul distanziamento fisico saranno venute meno. Nel frattempo però dobbiamo fare i conti con la tristezza e la solitudine che colpisce soprattutto i più anziani, in particolare i vedovi e le vedove che si sentono di non fare la “cosa giusta” per i loro cari. Vale soprattutto per chi ha un forte senso religioso: non poter celebrare i funerali in chiesa viene vissuto come una mancanza che non tutti riescono ad accettare. Il peggio - continua - tocca alle famiglie di chi non ce l’ha fatta a vincere il virus: le salme non possono essere rivestite, vengono messe nella bara con i camici ospedalieri e avvolti in un lenzuolo disinfettato. Quando si dice “dare una degna sepoltura” si intende anche consegnare il proprio caro all’ultimo viaggio così com’era in vita, magari con uno dei suoi vestiti migliori. È un gesto simbolico ma per tanta gente ha un grande valore affettivo. Il Covid-19 ci ha tolto anche questo». 

L’EMERGENZA
C’è poi, anche per chi lavora in questo settore, l’emergenza mascherine. «Continuiamo ad acquistarle sia per i clienti che per chi partecipa alle tumulazioni - sottolinea la Trevisin - ma trovarle diventa sempre più difficile. È un problema serio: alla tumulazione si può partecipare solo rispettando determinate prescrizioni e i presidi medici di prevenzione non possono mancare. C’è tanta gente che ancora non è riuscita a procurarsi le mascherine e se non dovessimo farcela noi a trovarne per tutti anche le cerimonie permesse finirebbero per essere difficoltose da svolgere.
 
Ultimo aggiornamento: 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci