L'impiegata morta dopo le dimissioni: fatale un'emorragia, il medico non l'aveva visitata

Domenica 29 Marzo 2020 di Luca Ingegneri
Giovannina Favero

MASSANZAGO - É stata un’emorragia al basso ventre a provocare la morte di Giovannina Favero, la 58enne di Massanzago, impiegata all’istituto comprensivo di Borgoricco, deceduta alla casa di cura Villa Maria dopo undici giorni di ricovero in Azienda ospedaliera per Coronavirus. É quanto hanno accertato il medico legale Antonello Cirnelli e il dottor Ernesto Angelucci, primario della Chirurgia generale al Policlinico San Giorgio di Pordenone, i due esperti nominati dalla Procura che ieri mattina hanno eseguito l’autopsia con protezione massima (tuta, doppi guanti e calzari, mascherine) in un locale certificato in classe 3, e quindi idoneo per esami su pazienti infetti da Covid-19. La donna, sottoposta ad un trattamento anticoagulante per scongiurare il rischio di trombosi, lamentava fortissimi dolori alle anse intestinali, nella zona compresa tra il retto e la vescica. Nella serata del 23 marzo il medico di turno a Villa Maria, allertato da un infermiere, le avrebbe prescritto telefonicamente, senza visitarla, degli antidolorifici e un clistere. Purtroppo i dolori avevano continuato ad intensificarsi. L’indomani mattina le condizioni di Giovannina Favero erano rapidamente peggiorate fino al decesso, avvenuto alle 10.30.

Coronavirus, muore a 58 anni dopo le dimissioni: medico indagato

LE ANALISI Ora i due consulenti medico legali, affiancati dal dottor Roberto Garufi e dal chirurgo Roberto Ferrara per conto della famiglia della vittima, e dal dottor Giacomo Ceron e dal chirurgo Saverio Pianalto in rappresentanza del medico di guardia indagato, dovranno completare le analisi istologiche e microbiologiche sulla salma. Poi l’indagine, coordinata dal pubblico ministero Andrea Girlando, proseguirà con la ricostruzione delle cartelle cliniche della 58enne, che era sovrappeso e soffriva di ipertensione. Giovannina Favero era stata ricoverata per undici giorni nel reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera a causa di una polmonite da Coronavirus. Era stata trattata con ossigenoterapia ma il suo fisico aveva risposto positivamente alle cure tanto che il 19 marzo i sanitari, anche sulla scorta dell’ultimo tampone, risultato negativo, ne avevano disposto il trasferimento a Villa Maria dove la donna doveva proseguire le cure. Sarà ora da capire cosa abbia provocato la violenta emorragia risultata poi fatale.
 GLI EFFETTI COLLATERALI Tra gli effetti collaterali della somministrazione di eparina vi sarebbe proprio l’insorgenza di emorragie.

Al primo campanello d’allarme si dovrebbe però procedere alla riduzione dei dosaggi di anticoagulanti o trattare il paziente con altre terapie farmacologiche. Durante il ricovero in ospedale la donna aveva tra l’altro già dovuto fare i conti con una trombosi dopo l’inserimento di un catetere all’altezza della vena femorale. L’inchiesta della Procura dovrà accertare per quale ragione il medico di guardia a Villa Maria, iscritto sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, non abbia ritenuto necessario visitare la paziente e si sia limitato a prescriverle gli antidolorifici. Ma soprattutto sarà necessario stabilire se un suo tempestivo intervento in casa di cura, ed eventualmente con quali modalità, sarebbe bastato a salvare la vita alla cinquantottenne. Tutti quesiti cui i familiari di Giovannina, i tre figli Claudia, Luca e Giulia, oltre al marito, ricoverato anch’egli in ospedale per Coronavirus, firmatari dell’esposto alla Procura della Repubblica, non sono ancora riusciti a dare una risposta. 

Ultimo aggiornamento: 14:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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