La Fir ha deciso: campionati di rugby chiusi, scudetto non assegnato come in guerra

Giovedì 26 Marzo 2020 di Ivan Malfatto
Un'azione dell'ultimo derby d'Italia di rugby fra Petrarca e Rovigo giocato alla Guizza di Padova
AGGIORNAMENTO ORE 20
Il consiglio federale della Federazione italiana rugby ha deciso di sospendere definitivamente tutti i campionati italiani: Top 12, serie A, B, C e giovanili. Non sarà assegnato lo scudetto, niente promozioni e retrocessioni. La decisione è stata presa con un voto contrario, sembra quello del consigliere Totò Perugini, e l'astensione di Paolo Vaccari del Calvisano. Un comunicato ufficiale sarà diramato solo domani mattina.
La Fir è la prima federazione degli sport a chiudere anticipatamente tutte le sue competizioni stagionali.
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ROVIGO.  Oggi si decide il destino del Top 12 e di tutti i campionati di rugby a seguito dell’emergenza coronavirus. Alle ore 15 in videoconferenza si riunione il consiglio della Federazione italiana rugby ( Fir). Una riunione attesa da tempo. Sollecitata dalla lettera del presidente del Comitato veneto (Crv) Marzio Innocenti, che domanda di prendere una decisione ora, e da quella di sei club (Lyons, Lazio, Colorno, San Donà, Viadana, Mogliano) che chiedono di chiudere il Top 12.

Per questo martedì si è tenuto sempre in teleconferenza un pre consiglio informale. Presenti il presidente Alfredo Gavazzi, tutti i dieci consiglieri eletti, il responsabile dell’Alto livello Franco Ascione e i dirigenti di altre aree cruciali della Fir.

Il quadro emerso sarebbe drammatico. Tutti avrebbero espresso la loro opinione, a differenza dei silenzi del passato, vista la gravità del momento. Le intenzioni emerse sarebbero: 1) Considerare chiusa la stagione dal Top 12 in giù, perché non si gioca dal 15 febbraio ed è improbabile che si torni a farlo entro in aprile. 2) Valutare l’impatto dell’emergenza Covid-19 sul movimento delle 480 società. 3) Concentrarsi sui piani per la partenza della prossima stagione da settembre.
In caso la scelta sia questa, e dalle indiscrezioni appare molto probabile, niente promozioni e retrocessioni e soprattutto niente assegnazione dello scudetto.

LA SCELTA UFFICIALE
Vedremo nel consiglio ufficiale di oggi se l’intenzione sarà confermata diventando una decisione. Sarebbe una mazzata sui sogni scudetto della FemiCz Rovigo, prima in classifica e vincitrice a quel punto dell’unico trofeo assegnato, la Coppa Italia. Ma anche sulle ambizioni dell'Argos Petrarca Padova, in zona play-off e in piena corsa per il titolo. Per San Donà e Mogliano, invece, non cambia nulla visto che erano già fuori dai giochi scudetto e potenzialmente salvi nella lotta salvezza. 
Le federazioni consorelle del Sei Nazioni, tranne la Francia, hanno già chiuso tutti i “campionati domestici”. Ma in Italia c’è un’importante differenza.
Il campionato italiano ha una storia importante rispetto agli altri. Dal 1929 ha assegnato lo scudetto anche nei primi anni della Seconda guerra mondiale, saltando solo il 1944 e 1945. Qualifica la vincitrice a una coppa europea. E’ la punta del movimento, pur svalutata, ed è un ibrido semi-professionistico. Per certi aspetti è più simile ai professionistici Top 14 francese e Premiership inglese, campionati che non sono stati annullati: si prevede di terminarli a giugno-luglio con formule rivoluzionate. Perché il Top 12 no? Farlo sarebbe il primo segnale di rinascita per il rugby, non la coda dell’emergenza.

Se chiuderà la stagione per la FemiCz prima sarebbe una beffa. A meno che non le venga assegnato il titolo a tavolino in base alla classifica, cosa altamente improbabile.

Da decidere c’è anche la questione sei contributi federali, non meno fondamentali per le sorti dei club di Top 12, e le modalità di sostegno econonico complessivo ai circa 480 club (serie A, B, C, giovanili) del movimento italiano.

 
Ultimo aggiornamento: 20:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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