Coronavirus Venezia. Contagi da Covid-19, la curva sta rallentando, ma in attesa del picco

Giovedì 26 Marzo 2020 di Nicola Munaro
Il Pronto soccorso dell'ospedale dell'Angelo di Mestre
VENEZIA Ancora un leggero aumento. Che a vedere il solito bicchiere mezzo pieno, può essere considerata una buona, nuova, frenata dopo la decelerata di martedì. Per la seconda volta di fila il bollettino delle 17 di Azienda Zero è meno nemico del solito: sono 40 i casi di contagio in una giornata (11 i ricoveri), contro i 33 di martedì, ma comunque al di sotto della media dell’ultima settimana. 
In tutto i veneziani contagiati sono 880, di cui 280 ricoverati, ma solo 63 in Terapia Intensiva: +2 rispetto a ieri, quando il dato era fermo da due giorni. Aumentano però le croci lasciate sul campo nella lotta al coronavirus. Ieri sono morte due persone, tra cui un cinquantaduenne, e altri tre decessi dei giorni scorsi sono stati inseriti in via ufficiale nelle tabelle dell’Ulss 3 Serenissima e di Azienda Zero. Nessun decesso, invece, nell’Ulss 4, colpita a inizio settimana. In totale sono 49 i decessi, compresi quelli di veneziani morti fuori provincia.

ANCORA 5 CROCI
 
Francesco Scaramuzza, 52 anni di Favaro e Alfredo Lella, 73 anni di Martellago, entrambi morti ieri nel reparto di Terapia Intensiva dell’Angelo di Mestre. A loro due i dati di Ulss 3 e Azienda Zero hanno aggiunto ieri Dino Alessandrin, 84 anni di Borbiago di Mira, deceduto martedì a Dolo e di cui non era stata ancora data notizia. Nel triste report ci sono poi, da ieri, Vincenzo Di Tecco, 80 anni di Zelarino, morto lunedì a Mestre e Maria Franzoi, 79 anni di Zelarino, spirata anche lei lunedì, ma a Dolo: di loro due il Gazzettino aveva già dato notizia nell’edizione di ieri. 

L’ANALISI 
A vederla disegnata su un piano cartesiano, la linea che traccia l’andamento del contagio da Covid-19 nel veneziano - stretta tra le assi dell’ascisse e delle ordinate del grafico sul coronavirus dell’Università di Padova - è una curva che sale in modo regolare. C’è solo uno strappo, più ripido, tra il 19 e il 23 marzo. Ora, da due giorni, l’inclinazione si sta uniformando quasi sempre alla stessa altezza, con l’angolo ogni giorno più simile a quello precedente. Cosa sia successo però in quei cinque giorni lo dice senza sorta di dubbio un secondo grafico in cui si evidenzia il delta di casi registrato di ventiquattrore in ventiquattrore: tra giovedì 19 marzo e venerdì 20 c’è stata la variazione massima di nuovi casi: +110 in un solo giorno. Una salita verticale che da quel punto ha inforcato una lenta ripresa una leggera flessione (ma pur sempre un +74 di variazione sul giorno precedente) sabato 21 marzo. Poi il +48 di domenica, ancora un +74 (lunedì) fino agli ultimi due giorni: +33 martedì e +40 ieri. Segno di un rallentamento importante. Per il picco ci vorrà ancora del tempo, ma il modello dato dall’analisi matematica dei dati è una boccata d’ossigeno.

I COMUNI 
Come ovvio che sia, data anche la popolazione, il comune più colpito è Venezia, dove si comprendono sia il centro storico sia la terraferma: sono 1002 le persone in isolamento da contatto con un positivo - ma negative al tampone - e 292 i reali casi di contagio. Tra i comuni più sotto pressione, Chioggia con 70 casi di positività e 252 isolamenti domiciliari. Al lato opposto, Cona. Il paese epicentro dell’accoglienza di profughi, con un hub nella frazione di Conetta, è l’unico a costante saldo zero: nessuna contagiato e nessun isolamento precauzionale. Una casualità ma che fa ancora una volta di Cona un paese sui generis. 
Nell’Ulss 4 sono 202 le persone contagiate fino a ieri. Il paese più colpito è San Donà di Piave (62 casi) seguito da Portogruaro (34) e Jesolo con 17 persone contagiate.
Ultimo aggiornamento: 14:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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