Silvia, quarantena forzata a Bilbao: «Studio e cucino, ne uscirò più forte»

Mercoledì 25 Marzo 2020 di Francesco Cavallaro
Silvia Zecchinato, "quarantena" forzata a Bilbao
1

DUE CARRARE - Da quasi due settimane è in quarantena in un appartamento a Bilbao insieme ad altri cinque ragazzi italiani. Silvia Zecchinato, 21 anni, originaria di Due Carrare e studentessa Erasmus non può uscire nemmeno stando ad un raggio di 200 metri dall'abitazione in cui è in affitto. «Nei giorni scorsi - racconta - un nostro coinquilino ha preso una multa di 600 euro perché è stato visto dalla polizia mentre andava sul suo skateboard sulla stradina davanti casa».

«TEMO IL VIAGGIO, RESTO QUI»
Silvia studia Comunicazione all'Università di Padova ed è arrivata in Spagna il 25 gennaio. Il suo percorso all'estero all'Ateneo dei Paesi Baschi dovrebbe terminare ai primi di giugno, ma la situazione è in continua evoluzione. «Siamo in stretto contatto con le autorità della Farnesina - chiarisce -. Giovedì partirà un volo speciale da Madrid a Fiumicino. Il costo del biglietto è di circa 100 euro senza valigie e 150 euro con bagagli al seguito. Io, però, non mi fido a prendere un aereo con decine di persone, non vorrei rischiare di venire contagiata. Si prospetta un viaggio della speranza, come farei a rincasare da Roma? Credo sia più sicuro rimanere qui». Un'ulteriore opzione che ha vagliato, assieme agli altri giovani, è il noleggio di un'auto. «Ma ci sono due frontiere da superare, le stesse autorità ce lo hanno caldamente sconsigliato. Non è detto che ci facciano passare».

UNIVERSITA' ONLINE, GNOCCHI E PIZZA
Da qui la decisione di non muoversi. Non le resta che continuare a seguire le lezioni on line, garantite dall'Università dei Paesi Baschi. «I professori sono molto disponibili in tal senso - prosegue Silvia - ci siamo attrezzati con skype per i vari collegamenti telematici. Nei prossimi due mesi e mezzo dovrei dare quattro esami; tuttavia, non sappiamo ancora con che modalità. Qui si dice che i corsi in aula potrebbero venire riattivati dopo Pasqua, ma ci sembra un'ipotesi fin troppo ottimistica per come si sono messe le cose. Trascorro le mie giornate studiando e cucinando. Abbiamo preparato, fra le altre pietanze, gli gnocchi e la pizza. Grazie al cielo sto vivendo questa esperienza con degli amici: quando qualcuno è giù di morale, soprattutto a motivo della reclusione forzata, c'è sempre un altro pronto a rincuorarlo e a dirgli che sì, alla fine andrà tutto bene. La musica, in particolare, ci sta aiutando molto. Abbiamo due chitarre e un ukulele: di tanto in tanto apriamo le finestre e diamo libero sfogo alla nostra creatività. E' un modo per dare un messaggio di speranza ai vicini».

«UN MESE DI ERASMUS, POI LA RECLUSIONE»
«Mi sono goduta solamente il primo mese di Erasmus, girando per la città. Dopodiché è giunto l'ordine di rimanere chiusi in casa, come in Italia. Provo una sensazione strana a non poter uscire, non abbiamo nemmeno un terrazzino. Almeno, quello sì, dispongo di una camera tutta mia, dove ho l'opportunità di ritirarmi e stare con me stessa allorché ne sento la necessità. Siamo in compagnia, bene o male ce la stiamo passando. Sono certa -conclude Silvia - che questa quarantena, lontana dal mio Paese e dalla mia famiglia, mi farà crescere molto a livello personale».

Silvia è pure capa scout dei lupetti del gruppo Agesci Due Carrare 1: «Non vedo l'ora di riabbracciare i bambini e gli altri capi scout.

Spero con tutto il cuore di rivederli alle vacanze di branco: abbiamo organizzato una settimana in montagna a metà luglio».

Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 15:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci