PADOVA - Fondazione Città della Speranza scende in campo contro il Covid-19 schierando l'Istituto di Ricerca Pediatrica per uno studio innovativo che contribuirà ad aggiungere conoscenze alla ricerca internazionale, suggerire nuovi approcci terapeutici e favorire lo sviluppo di un vaccino. Il progetto, per il quale la Fondazione ha concesso un finanziamento di 500mila euro, si pone l'obiettivo di verificare la «risposta immunitaria al Sars-CoV-2 nella popolazione veneta» per capire quali siano le difese immunitarie efficaci contro il virus e perché esse vengano meno in alcuni pazienti. Il gruppo di lavoro sarà coordinato dal prof. Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Università di Padova, e dalla prof.ssa Antonella Viola, direttrice scientifica dell'Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza e ordinario di Patologia generale al Dipartimento di Scienze Biomediche, con la collaborazione della dott.ssa Annamaria Cattelan, direttrice dell'Unità Operativa Complessa Malattie Infettive e Tropicali, e del prof. Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino.
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«Con questo progetto puntiamo a dare risposta a molteplici domande - spiega la prof.ssa Viola -.
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Mercoledì 25 Marzo 2020Vogliamo comprendere, infatti, perché lo stesso virus abbia effetti così diversi negli adulti e tendenzialmente lievi nei bambini, se vi sia la possibilità di contrarre nuovamente l'infezione e che cosa succeda nei polmoni. Riteniamo di poter giungere ad importanti conclusioni studiando il comportamento del sistema immunitario, in particolare identificando i meccanismi molecolari responsabili dello sviluppo o del fallimento dell'immunità a SARS-CoV-2, nonché quei fattori che causano infiammazione sistemica nei pazienti con sintomatologia severa e che sono coinvolti nella patologia respiratoria». «Una ricerca fondamentale, quindi, per fornire il razionale allo sviluppo di vaccini e per comprendere la patogenesi dell'infezione», rimarca il prof. Crisanti. «Stiamo vivendo un momento difficile e da più parti sentiamo dire che 'siamo in guerrà - osserva Stefano Galvanin, presidente della Fondazione Città della Speranza -. Purtroppo siamo estremamente deboli perché non conosciamo questo nemico e il suo comportamento. Per questo la Fondazione ha voluto essere parte attiva, supportando questo progetto al quale tutti possono contribuire con una donazione per poter aprire nuove strade per la cura».