Treviso. Ospedali, 135 positivi al Coronavirus: 65 infermieri e 25 camici bianchi

Mercoledì 25 Marzo 2020 di Mauro Favaro
Ospedali, 135 positivi al Coronavirus: 65 infermieri e 25 camici bianchi

TREVISO Cresce il numero delle persone che lavorano negli ospedali costrette a stare a casa per il coronavirus. Ad oggi sono 179 (28 medici, 81 infermieri, 47 operatori e 23 addetti) quelle che non possono lavorare. Sono stati ricoverati 4 dottori (due del Ca' Foncello e due del distretto territoriale di Treviso) e due operatori sociosanitari (uno del Ca' Foncello e uno dell'ospedale di Oderzo). Altre 129 persone risultate positive si trovano in isolamento domiciliare (21 medici, 65 infermieri, 38 operatori e 5 addetti). E 44 sono in quarantena precauzionale perché entrate in stretto contatto con soggetti contagiati (tre medici, 16 infermieri, 7 operatori e 18 addetti). 

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IL PUNTO
L'ospedale più in difficoltà è il Ca' Foncello. Solo qui mancano 126 persone. Un numero che non ha paragoni nelle altre strutture del Veneto. È l'onda lunga del maxi-focolaio di Covid-19 esploso il 25 febbraio nel reparto di geriatria. Oggi il Ca' Foncello deve fare a meno di 20 medici: due sono stati ricoverati, 15 positivi isolati a domicilio, compreso Enrico Busato,  primario di ostetricia e ginecologia, e 3 in quarantena precauzionale a casa. Di seguito, mancano 60 infermieri (49 positivi a casa e 11 in isolamento per precauzione), 36 operatori (uno ricoverato, 33 positivi a casa e due in quarantena precauzionale) e 10 addetti (cinque positivi e cinque in quarantena per precauzione). Gli altri ospedali più colpiti sono quelli di Conegliano e Oderzo. Il primo deve fare a meno d 16 persone: dieci positive in isolamento a casa (1 medico, 7 infermieri e 2 operatori) e sei in quarantena precauzionale (2 operatori e 4 addetti). Il secondo conta 14 assenze forzate: oltre all'operatore ricoverato, ci sono 10 persone positive in isolamento a casa (2 medici, 5 infermieri e 3 operatori), e tre in quarantena precauzionale (1 infermiere e 2 addetti). 

IL PIANO
In queste ore è decollato il programma per i tamponi a tappeto su tutto il personale degli ospedali. Al Ca' Foncello si è partiti dalla quarta chirurgia. Qui sono emerse sei positività, tra medici e infermieri, in seguito al decesso di una paziente anziana, ricoverata per altri motivi e poi risultata positiva al Covid-19. Ora si sta procedendo con il personale della terapia intensiva cardiologica, oncologia, ematologia, otorinolaringoiatria, oculistica e così via. «Al Ca' Foncello riscontriamo una positività tra il personale che varia dal 4 al 6%, in base ai reparti», fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca. Il coronavirus ormai è entrato in oltre un terzo dei settori. Anche a Montebelluna sono in corso i test sul personale. Entro questa settimana verranno eseguiti i tamponi al pronto soccorso, nel settore dell'anestesia e nell'unità di cardiologia. L'area chirurgica è già stata controllata. Poi toccherà a otorinolaringoiatria e oculistica. 

I RINFORZI
Intanto l'Usl è corsa ai ripari con un piano di assunzioni straordinario con contratti di sei mesi. «Alla luce delle criticità in cui versano i reparti dicono al fine di far fronte alle esigenze straordinarie e urgenti derivanti dalla diffusione del Covid-19 e garantire i livelli essenziali di assistenza, si rende indispensabile conferire con urgenza incarichi libero professionali». Sono arrivati quattro specialisti in geriatria e tre in malattie infettive, comprese due dottoresse non ancora specializzate. Di pari passo, si allarga il raggio d'azione dei test. La microbiologia di Treviso processa mille tamponi al giorno. Si punta ad arrivare a 1.800. A breve entrerà in funzione il tendone allestito davanti a malattie infettive per controllare i pazienti prima del loro ingresso. «Per evitare che persone positive entrino in ospedale», sottolinea il governatore Luca Zaia. L'attenzione è massima anche nelle case di riposo. In più, ci sono i punti tampone alla Madonnina di Treviso, in una tenda allestita all'esterno dell'ospedale di Castelfranco e nel parcheggio del distretto di Conegliano. «Funzionano con il sistema drive-through (senza scendere dall'auto, ndr) tirano le fila dall'Usl è prevista l'esecuzione del tampone sugli operatori sanitari del territorio, sui soggetti operanti in servizi di pubblica utilità, secondo il piano regionale, su persone con sintomi sospetti per impostare la terapia in ambito domiciliare (previo appuntamento con il servizio Igiene e sanità pubblica, ndr) e per chi richiede un tampone negativo per la riammissione in collettività».
Mauro Favaro

Ultimo aggiornamento: 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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