Coronavirus, tre navi da crociera in rotta verso Venezia

Lunedì 23 Marzo 2020 di Elisio Trevisan
Coronavirus, tre navi da crociera in rotta verso Venezia
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VENEZIA Non ce n'è una sola di nave da crociera in navigazione verso Venezia. Ce ne sono tre, previste dal 28 marzo fino al 26 aprile, ma queste sono solo quelle programmate e conosciute fino ad oggi, in realtà ce ne potranno essere anche delle altre, perché, anche se sembra incredibile, il settore delle crociere continua ad attirare viaggiatori. E se la Costa Luminosa è partita quasi due mesi fa per una sorta di giro del mondo, quando ancora non era scoppiata l'emergenza coronavirus, la Costa Deliziosa, prevista in arrivo il 10 aprile, e la Costa Mediterranea (partita il 13 marzo dalle Mauritius) che dovrebbe sbarcare a Venezia il 26 aprile, sono salpate da poco, quando i passeggeri sapevano bene della pandemia in atto.

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L'APPELLO
Per questo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ieri ha diffuso un video affermando che le tre navi in arrivo «potrebbero mettere in crisi il nostro sistema sanitario, che è già fortemente sotto stress» e quindi, unendosi a quanto aveva già detto il governatore del veneto Luca Zaia l'altro ieri, ha chiesto al ministro dei Trasporti Paola De Micheli che vieti a queste unità di raggiungere Venezia.
 
Il fatto è che non è così semplice perché proprio il Governo, tre giorni fa tramite il ministero della Salute e quello dell'Interno, hanno imposto che le navi battenti bandiera italiana devono essere autorizzate ad effettuare lo sbarco dei passeggeri ed eventualmente a parcheggiare in una delle banchine in attesa che passi la crisi sanitaria. E guarda caso Costa Crociere è l'unica compagnia battente bandiera italiana. Poi bisogna aggiungerci pure il fattore economico che, per Vtp, la società delle crociere partecipata quasi al 50% dalla Regione e per il resto da compagnie e un terminalista turco, significa incassare soldi per i servizi di approdo e di noleggio della banchina a lungo termine. Se, invece, le navi non arrivano, e considerata la crisi mondiale che ha svuotato i porti crocieristici, le prospettive a medio e lungo termine sono nere.

Zaia è stato chiaro, e altrettanto lo è stato ieri il sindaco Brugnaro: «Sono sempre stato un deciso sostenitore del traffico crocieristico. In questo momento però, come già condiviso con la Prefettura, la Regione e l'Autorità di Sistema Portuale, ritengo che le attuali condizioni sanitarie ed emergenziali non consentano alle navi passeggeri di attraccare al Porto di Venezia. Nel caso in cui venissero accertati casi di contagio tra le persone a bordo, infatti, le istituzioni e le autorità sanitarie sarebbero impossibilitate a gestire la miriade di attività necessarie alla cura, all'isolamento e al ricovero dei passeggeri». Brugnaro, insomma, ribadisce che «la nostra Regione e il nostro territorio sono stati fortemente colpiti dall'epidemia di Covid-19 e le nostre strutture ospedaliere, nonché i dispositivi di soccorso ed emergenza, sono sottoposti, da settimane, a una straordinaria pressione. Per queste ragioni, riaffermiamo convintamente e fermamente la necessità, in questo periodo di emergenza, che il ministero dei Trasporti individui attracchi alternativi per queste tre navi passeggeri».

IL COORDINAMENTO
E proprio l'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas), citata dal sindaco, è in prima linea in questa operazione: «Ci stiamo facendo carico del coordinamento complessivo ben oltre le nostre competenze dirette - spiega il presidente Pino Musolino -: avendo percepito lo stress potenziale per il nostro Sistema sanitario, anche se queste navi non hanno infetti a bordo, ho avviato colloqui con gli armatori, e contemporaneamente già sei giorni fa avevo avvertito il sindaco, tramite l'assessore Venturini». Musolino sostiene che ci sono altri porti italiani, tipo in Campania e in Puglia, che hanno molta meno pressione sui propri territori: «Per la Mediterranea, ad esempio, stiamo lavorando affinché la Costa Luminosa venga accolta a Napoli».

Ad ogni modo il presidente del Porto non esclude che, prima o poi, qualcuna di queste navi dovrà essere ospitata anche a Venezia in base al decreto dei due Ministeri: «Dove ci sono banchine disponibili, bisogna accoglierle. In vista di questa eventualità avevo proposto di tenerle ferme fuori in rada e portare loro i rifornimenti ma non è possibile tenere il personale marittimo relegato fuori in mare - conclude Musolino -. È un tema che andrà ad ogni modo affrontato nel suo complesso perché questa crisi ci ha insegnato che tutto ciò che abbiamo dato per assodato negli ultimi 50 anni non è più così certo e bisogna attrezzarsi per rispondere in tempo reale e qualsiasi variazione improvvisa delle situazioni, come ad esempio all'improvvisa carenza di materie prime a causa del diffondersi del virus: per anni ci eravamo abituati a rifornirci in Cina o in altre nazioni, ma dovremo ricominciare a produrre in casa o a ripristinare magazzini di stoccaggio molto capienti, che sono un costo ma no paragonabile a quanto ci rimette l'azienda bloccata perché rimasta senza materiali da lavorare».

E l'esempio più calzante è proprio quello del settore crocieristico: nel momento in cui l'intero settore del turismo è in ginocchio, siamo costretti a mandar via navi cariche di migliaia di turisti.

Ultimo aggiornamento: 19:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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