Coronavirus, studio statistico di due ricercatori italiani: «Picco in questi giorni e fuori dal tunnel a fine aprile»

Giovedì 19 Marzo 2020 di Enzo Vitale
Il grafico dello studio statistico elaborato da Barbara Guardabascio e Federico Brogi

Dopo i virologi, i fisici e i matematici, il modello della progressione del coronavirus arriva anche dagli statistici. Barbara Guardabascio, ricercatore presso la Direzione per la metodologia e il processo statistico dell’Istat e docente a contratto a Tor Vergata e alla LUISS, insieme a Federico Brogi, anche lui statistico con esperienza di rilevazione ed analisi dei dati in materie sociali ed economiche, azzardano una loro previsione sulla diffusione, sull'andamento e sull'epilogo del coronavirus.

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(Barbara Guardabascio)



(Federico Brogi)

IL MODELLO
Picco in questi giorni, fine del tunnel intorno al 30 aprile e un cospicuo numero di contagiati. Questi gli assiomi della ricerca statistica dei due ricercatori che «beninteso -commenta la Guardabascio-, è indipendente e non è legata ai dati ufficiali Istat».

Dottoressa Guardabascio come nasce questo vostro studio?
«L’idea  nasce dalla volontà di dare un contributo alla letteratura scientifica sul COVID-19 e, utilizzando gli strumenti statistici a noi noti, provare a rispondere ad alcune domande che da giorni rimangono per tutti non risposte quali: questa situazione di quarantena quando finirà?»

 Quanto può essere attendibile? 
«Come tutti i modelli statistici, anche il nostro si basa su ipotesi che se disattese non garantiscono un risultato preciso in termini di stima puntuale. Tuttavia, proprio in considerazione della impossibilità di controllare il fenomeno nella sua interezza abbiamo cercato di definire una frontiera dalla quale riteniamo non dovremmo uscire».

Quali sono i parametri che avete considerato? 
«Nel lavoro abbiamo unito nozioni provenienti dall’epidemiologia con metodi adottati nell’analisi delle serie storiche. In particolare per analizzare l’espansione del virus abbiamo considerato: l’andamento del COVID19 in Cina, unitamente al tasso di contagio opportunamente corretto in funzione delle politiche restrittive adottate dal governo che riguardano: la capacità del sistema sanitario di individuare i soggetti positivi (attraverso l’incremento dei tamponi), l’adozione di misure di quarantena e la compliance dei soggetti sottoposti a restrizioni».

Ad un Governo che si accinge adesso ad adottare dei prpvvedimenti, quale ritiene li più sensati?
«I tamponi a tappeto riducano il contagio al massimo del 57% con la quarantena fatta bene arriva fino al 78% di riduzione del contagio. Adottandole entrambe il governo è arrivato a ridurre del 91%».

Quando ci sarà il picco in Italia secondo il vostro elaborato e perché?
«Dal nostro modello emerge che il picco lo stiamo vivendo proprio in questi giorni e domani dovrebbe essere l’ultimo giorno. Tale risultato dipende dall’adozione delle politiche restrittive che hanno indotto la curva epidemica a ridursi in misura consistente, contrastando il virus in modo significativo».

E quando invece si potrà vedere la fine del tunnel? 
«Sempre secondo il nostro studio dovremmo arrivare ad avere un numero di contagiati esiguo nella fine di aprile con un margine che oscilla di circa 10 giorni in base al livello di compliance e alla eventuale adozione di ulteriori misure restrittive da parte del Governo».

Fino ad ora i dati elaborati e quelli reali hanno una corrispondenza nella realtà?
«I risultati ottenuti in questi giorni ci fanno ben sperare sull’evoluzione del virus. In questo momento stiamo seguendo il trend e attendendo di verificare quando ci sarà l’effettiva inversione di tendenza».


enzo.vitale@ilmessaggero.it

 

 
 

 

Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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