Primo decesso in Polesine e 24 nuovi casi in un giorno

Giovedì 19 Marzo 2020 di Francesco Campi
Morta una donna di 91 anni residente a Bergantino in ospedale a Rovigo
Prima morte per Coronavirus in Polesine e di 24 nuovi casi in 24 ore, con il totale che passa da 31 a 55 crescendo di oltre il 77%. Si tratta dell’onda lunga dei contatti pre-decreto del 9 marzo, ribadisce il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella, che parla di «marea». Ben 17 dei 24 nuovi contagi, fra l’altro, sono riconducibili a due operatrici sociosanitarie, una che lavora nella Casa Sacra Famiglia di Fratta e una nella Piccola casa di Padre Leopoldo di Rovigo: cinque ospiti della prima struttura sono risultati positivi, così come i quattro familiari della donna, mentre nella seconda sono risultati positivi otto ospiti, sette dei quali sono in isolamento nella struttura, mentre uno è stato ricoverato nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Rovigo. Al momento i ricoverati sono dieci, due dei quali in Terapia intensiva, otto invece in Malattie infettive, anche se per due di loro il quadro sembra essere in peggioramento.
 
A spegnersi a causa del Covid-19, nel tardo pomeriggio di martedì, la 91enne di Bergantino Bruna Trentini, che era stata ricoverata dal 15 marzo in Pneumologia, poi in Malattie infettive. L’anziana, spiega Compostella, «aveva gravi compromissioni dal punto di vista generale e l’infezione da Coronavirus ha determinato l’aggravamento fino al decesso. A lei ad alla sua famiglia va il cordoglio dell’azienda. Il figlio, che è in isolamento perché positivo a sua volta, e la figlia, che abita in Lombardia, non hanno potuto essere presenti nel momento in cui la madre si è aggravata ed è spirata: è un altro degli aspetti terribile di questa infezione e della situazione in cui ci troviamo». Il figlio, 63 anni, ex consigliere comunale, per motivi di lavoro gravita nel Mantovano ed è là che sembrerebbe aver avuto il contatto che l’ha poi portato a sottoporsi al tampone, la cui positività è stata accertata l’11 marzo. Con grande senso di responsabilità ha subito provveduto ad informare i propri compaesani con un post pubblico sulla pagina del Comune, rassicurandoli: «Mi è stato chiesto di creare un documento con tutte le persone con cui sono venuto in contatto direttamente di recente e le autorità competenti si sono già attivate e messe in contatto con tutti loro, per cui non c’è necessità di allarmarsi».

Dolce e straziante il messaggio che la nipotina della 91enne ha affidato sempre ai social, insieme ad una foto che le vede abbracciate: «Cara Nonna, avevi ragione, questo schifo di virus ha vinto. Ma tu resti vincitrice nel mio cuore: fai buon viaggio! Ti voglio bene». «Il figlio – spiega Compostella - era asintomatico eravamo arrivati a lui perché aveva avuto per motivi di lavoro un contatto con altra persona positiva ed era stato posto in isolamento così come la madre, che dopo pochi giorni ha presentato sintomi. Questo a dimostrazione che tempi di incubazione possono essere anche rapidi». A fronte di un simile quadro il direttore generale dell’Ulss non si nasconde: «È un brusco cambiamento, pur rimando il Polesine la provincia con numero minore di contagi. È arrivata la marea. Quanto durerà? Certamente alcuni giorni, noi ci attendiamo il momento più critico attorno al 21 e 22 marzo e se le misure poste in atto, che non sono “per guarire” ma azioni di attenzione e responsabilità da rispettare per evitare i contagi, hanno funzionato, dovremmo vedere curva che non continua più a salire ma comincia a stabilizzarsi. Non c’è da fare allarmismi o perdere la testa, le cose da fare sono le stesse di 14 giorni fa, cioè usare le precauzioni note: evitare contatti, lavarsi le mani, mantenere le distanze. La stragrande maggioranza di questi 24 casi sono tutti legati a persone venute a contatto con una persona già accertata positiva, questo ci dice quanto sia fondamentale evitare il più possibile i contatti perché ci sono tante persone asintomatiche ma portatrici del virus e possono contagiare altre persone. Eppure, ci sono stati anche casi di gravi disattenzione e incoscienza: persone poste in isolamento che sono uscite di casa e andate Pronto soccorso, o dal medico di medicina generale e non hanno detto che erano in isolamento. Fortunatamente i nostri operatori hanno l’elenco, proprio per questione di sicurezza i hanno individuati e incanalati nel percorso protetto». A fronte di numeri cupi, c’è anche una nota positiva, che riguarda la guarigione accertata in una donna adriese che era stata ricoverata il 6 marzo in malattie infettive con sintomatologia febbrile e intestinale. Martedì è stata trasferita Pneumologia dopo che il tampone di controllo è risultato negativo.
Ultimo aggiornamento: 11:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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