Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Dalle esaltazioni femministe di Dior
all'anoressia in passerella per Gucci

Venerdì 6 Marzo 2020 di Luciana Boccardi
Donne:  più che mai in questi  giorni   si parla di donne,  di campagna contro la violenza,   di festa della donna che tra qualche giorno ci riempirà di buoni propositi, di discorsi inneggianti  l’ex sesso “debole”!  La moda non poteva restare un discorso da poco,   soprattutto in questo tempo in cui grandi firme (prima fra tutte Christian Dior) , dedicano intere collezioni alla revanche femminile, all’affermazione di una donna liberata da complessi  e tabù.  E  in passerella sono stati proposti   abiti  “pensati per far sentire la donna  finalmente  in clima di parità culturale e intellettuale con l’uomo”, come ad esempio il “peplo “ che Maria Grazia Chiuri ha interpretato  nell’ultima collezione Dior come  “abito che accompagna il corpo femminile senza mai costringerlo, abito “libero”.  - “ C’è ancora molta misoginia - ha dichiarato la Chiuri - molta disparità: le donne hanno una visione inclusiva  e  hanno in sé un concetto che gli uomini non hanno, quello di “aver cura”. Sono convinta che la moda  abbia una grande opportunità:  può usare la visibilità che ha per  cambiare le situazioni critiche”. Parole da condividere ma che potremmo rivolgere  noi  agli stilisti.  Usare la propria visibilità per cambiare le cose dovrebbe essere anche  aiutare tante ragazze e ragazzi a non morire di anoressia. Una piaga questa malattia indotta  che   -  anche se  ne parliamo meno -  esiste ancora,  tanto che  pochi giorni fa, il 1 marzo,  su Change.org  e poi sui media di tutto il mondo ,  è stata pubblicata la petizione di  una modella, accompagnata dall’avallo di  oltre 17 mila firme, affinchè  per le sfilate  vengano rifiutate dagli stilisti e non incoraggiate (e ingaggiate)  le modelle troppo magre ai fini  di interrompere una cultura del magro , una scheletrofilia che è solo deleteria e non risparmia né i  più ingenui  né i più accorti.  
Alessandro Michele, stilista di Gucci e autore del nuovo corso che taglia di netto ogni residuo di vecchia sensibilità  , offrendoci con le sue collezioni spettacoli d’urto che “devono  risultare come pugni sullo stomaco”,   probabilmente  come tanti  - a parole -  si dichiara    (suppongo)  contro il rischio di anoressia, contro quella moda che induce tanti giovani ad annullarsi  in una corsa  al sempre più magro, per un’estetica alla Egon Schiele che riporta una simbologia di morte serpeggiante tra tutti coloro che rinunciano per  un motivo o un altro a nutrirsi, a godere della natura nel suo pieno  rigoglio.  A parole. Ma pochi  giorni fa  , proprio nella sfilata Gucci per  l’autunno-inverno 2020-21, firmata da Alessandro Michele,  usciva in passerella   ( e non era l’unica!)  una  modella  (che non sappiamo se mentre scriviamo sia ancora viva!)  che sfoggiava un bustier di pelle nera  stringato, con lunga gonna  dai  grandi  volants a toccare terra  portando  con orgoglio la sua taglia 34:  misure 81 - 63 - 79.  Con la petizione inviata  a tutti gli organi di informazione,  la modella  (Elisa d’Ospina,  uscita miracolosamente dal rischio  di morte per  denutrizione) con   la  nuova protesta  inviata , chiede che venga  proibito con mezzi  drastici, con un decreto legge ,con una penalizzazione pesante,  non più solo come esortazione,   l’utilizzo di modelle  sottopeso ma anche  sollecita per il mondo della moda l’immissione di controlli affidati a  personale competente in fatto di nutrizione. Alla moda dunque un compito di verità. A noi  l’incarico di comunicare che vivere  (  che è anche mangiare)  è bello quanto una bella figura  di donna sana, un bel  tramonto, un bel  vestito.
  Ultimo aggiornamento: 19:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA