Coronavirus, inchiesta sulla morte della prof. La Procura: «Nessuna ipotesi di reato»

Giovedì 27 Febbraio 2020
Luciana Mangiò

TREVISO - Coronavirus, un fascicolo d'inchiesta è stato aperto dalla Procura di Treviso sulla morte di Luciana Mangiò, la professoressa 76enne, molto popolare a Treviso, già gravemente ammalata e risultata positiva al Covid-19, avvenuta all'ospedale Cà Foncello. Si tratta di un fascicolo conoscitivo, senza indagati nè ipotesi di reato per il momento affidato al pm Davide Romanelli. I magistrati intendono verificare se i protocolli sanitari sono stati correttamente rispettati, e ciò riguarderà anche la tempistica dell'effettuazione del test sulla paziente, che sarebbe avvenuta nella stessa giornata in cui poi è deceduta. La donna era ricoverata da oltre due settimane, per altre patologie. Da questa paziente, secondo le indagini epidemiologiche, potrebbero essere scaturiti oltre una decina di contagi tra il personale sanitario dello stesso ospedale.

«Non ci sono ipotesi di reato, non mi sembra vi siano spazi investigativi».

Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Treviso, Michele Dalla Costa, rispondendo ad una domanda su eventuali sviluppi sul fascicolo per «atti relativi» aperto in seguito al decesso della paziente trevigiana. «Abbiamo chiesto copia della cartella clinica - ha aggiunto - e credo non sia necessaria l'autopsia». Le verifiche giudiziarie, ha anche spiegato il magistrato, sono state avviate così come avviene per ogni notizia di decesso che le forze di polizia ritengano di dover annotare nei loro mattinali.

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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