Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Berlinale 70/6 Corpi alla deriva: Bardem,
l'hard dei Soviet, la danza di Faith

Mercoledì 26 Febbraio 2020
Negli ultimi giorni il Concorso sembra in grande difficoltà. Peccato: finora complessivamente le buone aspettative non sembrano essere confermate. Meglio il film di Valentina Pedicini alla Settimana della Critica.


THE ROADS NOT TAKEN di Sally Potter (Concorso) – Javier Bardem è Leo. Lo conosciamo quando non risponde alla figlia Molly (Elle Fanning), né al telefono, né alla porta di casa. È un uomo malato: non riconosce più nessuno, forse ha l’Alzheimer, forse sogna esistenze parallele. Molly gli starà accanto fino a consumare l’ultima lacrima, sperando di avvertire nel padre un risveglio importante. Sally Potter va alla deriva con un film insopportabilmente melò, confuso negli ingranaggi, stordito da un montaggio a intarsio, lacrimevole oltre ogni decenza, dove Bardem sembra ancora sdraiato nel letto di “Mare dentro” e si esprime attraverso grugniti. Voto: 4.
DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel (Concorso)
– Natasha lavora come cameriera all’Istituto di Ricerca del Soviet. Trascorre il tempo picchiandosi con la collega, mangiando, bevendo, facendo sesso pericolosamente con stranieri e rischia di essere incarcerata. Segmento di un progetto più ambizioso e interminabile, questo film di circa due ore e mezza è un autentico festival gratuito della violenza, claustrofobico e insostenibile, che manifesta un sadismo dello sguardo che la coppia di registi esplicita orgogliosamente. Scene hard, botte, vomitate si susseguono nel tetro e spoglio ambiente che ospita tutto il film. Non giunto al Concorso privo di polemiche, vuole essere una rappresentazione estrema del sistema sovietico. Ma è soprattutto noioso. Voto: 3.
FAITH di Valentina Pedicini (Kritik)
– Un documentario in bianco e nero, una danza di corpi, tra i Guerrieri della Luce, rintanati in un monastero tra le colline marchigiane, in attesa della grande battaglia contro il Male, che porterà a una catastrofe apocalittica. Guidati dal Maestro, i seguaci trascorrono la loro vita di clausura, vestiti di bianco, tra allenamenti feroci e preghiere. Valentina Pedicini osserva con sguardo “neutro” portando alla conoscenza del mondo, un gruppo di seguaci difficilmente comprensibili, che da 20 anni sono cittadini “estranei”. Lo fa lavorando sull’indagine e sulla percezione e affidando all’energia dei corpi la spiegazione di una scelta estrema. Voto: 6,5.
  Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA