Coronavirus, volontari di una casa per bimbi in difficoltà bloccati in Romania

Mercoledì 26 Febbraio 2020 di Lauredana Marsiglia
La casa per bambini in difficoltà in Romania
PONTE NELLE ALPI (BELLUNO) - Neanche a far del bene vogliono più gli italiani nel mondo, specie se vengono dal Veneto e dalla Lombardia. Nella trappola di misure preventive globali sempre più a maglie strette, sono finiti anche tre soci di Pollicino, l'associazione che da 22 anni gestisce una casa per bambini in difficoltà nella cittadina di Petrosani gemellata con il comune di Ponte nelle Alpi.
Francesco Forti, vicepresidente, Andrea De Piccoli, carabiniere, e Gianfranco Viola gestore del bar di Polpet, partiti venerdì mattina per dare un contributo alla gestione della struttura, rischiano di dover fare la quarantena in terra straniera. 
OGGI IL VERDETTO
Solo questa mattina si saprà se potranno lasciare la Romania per tornare a casa, com'era previsto ad inizio del viaggio. Proprio ieri pomeriggio, infatti, il Consiglio dei ministri romeno, riunito d'urgenza, ha disposto la quarantena per chi arriva dalle «zone rosse» di Lombardia e Veneto, mentre tutti gli altri residenti nelle due regioni, come nel caso in questione, dovranno sottostare a una quarantena domiciliare volontaria.
«C'è da capire se la misura scatterà da subito - spiegava ieri sera Enrico Collarin, presidente e fondatore di Pollicino -, oppure se per chi è in uscita non verrà applicata. Noi siamo fiduciosi. Abbiamo parlato proprio in queste ore con l'ambasciata e non dovrebbero esserci problemi per il rientro. Li attendiamo a casa».
L'avventura dei tre bellunesi è iniziata proprio venerdì. Partiti dall'aeroporto Catullo di Verona hanno raggiunto Timisoara dove, essendo provenienti da una delle regioni sede del focolaio, sono stati subito sottoposti alla misura della temperatura, risultando tuttavia negativi. 
INVITATI STARE IN CASA
Una volta usciti dall'aeroporto, i tre hanno raggiunto Petrosani dopo tre ore di macchina. Ma è qui che è scattata la caccia all'untore da parte dei mass media che, sapendo essere italiana la gestione della casa famiglia, hanno subito riferito i fatti, mettendo in allarme la polizia. 
In un batter d'occhio gli agenti hanno raggiunto Casa Pollicino invitando i tre veneti a non uscire di casa.
«Si è trattato solo di un invito - spiega ancora Collarin -, non di una misura coattiva».
ASSOCIAZIONE IN ALLERTA
Ma non sono stati momenti allegri per la mini-comitiva di benefattori tant'è che si sono subito messi in collegamento con la casa madre per cercare di capire i possibili sviluppi di un confino che di certo non si aspettavano, anche se facilmente ipotizzabile in questi giorni che mescolano paura e e isterie collettive, dentro alle quali c'è però bisogno di certezze di fronte ad un contagio che sta spiazzando tutti, non fosse altro perché inedito nella storia post bellica.
«Siamo continuamente in contatto con l'ambasciata - riferisce ancora il presidente Collarin -, perché la situazione si evolve di minuto in minuto. Noi siamo fiduciosi sul fatto che possano rientrare».
Lauredana Marsiglia
Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 15:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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