IL REPORTAGE DELL'INVIATA DEL GAZZETTINO.IT
VO’ EUGANEO - Era famoso per i vini e per la cucina, perché in questo paese di 3.400 abitanti adagiato sui Colli Euganei, a mezz’ora di macchina da Padova, si andava per la gita fuori porta e il pranzo in trattoria. Adesso Vo’ Euganeo è famoso per avere il primo morto in Italia da coronavirus e in paese è pure un morto illustre: Adriano Trevisan, 77 anni, papà dell’ex sindaco Vanessa. E all’ospedale, ricoverato, c’è un altro compaesano, si chiama Renato, lo conoscono tutti per il suo impegno nel circolo degli alpini di Vo’ e Teolo. Due su 3.400. Quanti altri sono stati infettati?
UNO SCENARIO INCREDIBILE Il paese deserto: i bus non fermano, vietate anche le messe
LE VOCI
Raccontano che nel vicino ospedale di Schiavonia, dove Adriano e Renato sono stati ricoverati per due settimane prima del trasferimento all’Azienda ospedaliera di Padova, ci siano altri 25 contagiati. Raccontano che il tampone per testare il coronavirus ad Adriano e Renato l’abbiano fatto quando, dopo giorni e giorni di cura senza alcun esito, a qualcuno è venuto in mente che entrambi i pazienti provenivano dallo stesso paese e allora si è accesa la lampadina: sarà mica che sono stati contagiati? E da chi? Raccontano, in paese, che ci sia un “paziente zero”, non identificato, una sorta di untore, un viaggiatore che avrebbe fatto scalo a Dubai, tuttora in libera circolazione, con cui Adriano e Renato sono entrati in contatto. E dove, di grazia? Al bar di fronte al municipio dove andavano a giocare a carte? E quanti altri, allora, sarebbero stati contagiati?
LE PRESCRIZIONI
Quante cose vengono raccontate seduti al tavolo, in birreria, a sorseggiare rum Don Papa, Filippine, e acqua ghiacciata. Manca poco alla mezzanotte, il sindaco Giuliano Martini ha appena finito la riunione straordinaria di giunta e con i suoi assessori, tutti giovani, ha deciso di non emanare subito l’ordinanza che dovrebbe blindare Vo’. Mauro Facchin, assessore all’agricoltura, scuote il capo: come si fa a chiudere un paese e non avere manco i mezzi per far rispettare l’ordinanza? Erika Polito, che ha la delega del Sociale, annuisce: «Chi è che blinda?». Al sindaco Martini è arrivata nel pomeriggio una mail del direttore generale dell’Ulss 6, Domenico Scibetta, con un allegato: un foglietto con nove prescrizioni. Senza alcuna firma.
Ecco il foglietto con le nove prescrizioni
I vecchi direbbero: scritta su carta da formaggio. Gli “ordini”? Chiudere le scuole, i bar, i negozi ad eccezione del panificio, dei supermercati e della farmacia (quindi il sindaco, che è farmacista, dovrà lavorare sia qua in Comune che di là in bottega), impedire alla gente di lasciare il paese e poi niente festine di Carnevale e niente messe, perché il coronavirus è democratico: sacro e profano stanno sullo stesso piano, non ci si mette in maschera e non si prega in compagnia. E da ultimo i bus che tireranno dritto e i tamponi ai residenti per accertare che non siano infetti. E’ su questo punto, il nono, che la giunta di Martini ha storto il naso: il tampone nella prescrizione figura come una possibilità, non un obbligo; quindi, non sarà che anche gli altri punti in realtà siano solo delle indicazioni?
LA MORTE
I discorsi al The Beer Brothers, birreria del giovane Alessio Turetta che è pure consigliere comunale di maggioranza, cambiano registro quando arriva la notizia che Adriano Trevisan non ce l’ha fatta.
PREOCCUPAZIONE
Seduto al tavolo della birreria con sindaco, assessori e amici c’è un giovanotto che quindici giorni fa, per mezza giornata, è stato a stretto contatto con l’altro contagiato. «E’ una vergogna, perché dopo giorni e giorni di ricovero si è saputo che il tampone è risultato positivo solo oggi? E io cosa devo fare? Posso aver infettato anch’io chissà quanta gente». Il sindaco Martini sorseggia la sua acqua ghiacciata, il rum è finito, sta per iniziare il giorno più lungo. La firma dell’ordinanza, i controlli che ancora non si sa chi li effettuerà, il circo mediatico. E ci sarebbe anche la farmacia, quella sì aperta.
Il sindaco di Vo' Euganeo, Giuliano Martini (al centro) in birreria dopo la riunione di giunta