L'industria tira il freno: crolla l'export dopo due anni di crescita

Sabato 22 Febbraio 2020 di Davide Lisetto
Pordenone, l'export rallenta
PORDENONE Dopo due anni di crescita ininterrotta l’economia pordenonese tira bruscamente il freno a mano. La sofferenza è maggiore sul fronte dell’export: dai dati relativi all’ultimo trimestre del 2019 del report di Camera di commercio Pordenone-Udine emerge che nel manifatturiero le variazioni tendenziali (cioé rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) sono pesantemente negative. La produzione cala al tasso del -1,5%, il fatturato del -1,7% e il fatturato estero del -7,5%. È quest’ultimo il dato che preoccupa di più proprio per la caratteristiche del sistema produttivo del Friuli occidentale fortemente vocato e orientato all’export. Sul versante degli ordinativi si nota una timida crescita di quelli interni (con un timido +0,4%) mentre sono in flessione gli ordinativi dall’estero (con un -4,2%).

Per la prima volta dal 2013 anche il dato dell’occupazione assume un segno negativo facendo registrare uno -0,3%. Complessivamente per trovare numeri così negativi bisogna tornare al 2012, l’anno peggiore per il territorio pordenonese dalla grande crisi del 2008. Solo il grado di utilizzo degli impianti rimane su buoni livelli. Cala invece la propensione alle esportazioni: la quota di export sul totale dei fatturati delle imprese manifatturiere è pari al 36%, contro il 51% dell’ultimo trimestre dell’anno prima. Le previsioni sul 2020 sono negative e il periodo non tiene conto del contraccolpo della crisi cinese da coronavirus.

La dinamica del legno-arredo risulta ancora positiva rispetto a un anno fa, con la produzione che aumenta al tasso del +4,0% e il fatturato complessivo del +1,5%. In controtendenza il dato sul fatturato estero in lieve flessione al tasso del -0,7%. La situazione del portafoglio ordini appare buona, con gli ordini esteri che registrano una crescita pari al +4,2% e quelli interni al +4,0%. In aumento l’occupazione che sale del +1,2%. Molto peggio nella metalmeccanica con performance negative per il terzo trimestre consecutivo. La produzione cala al tasso del -6,8%, il fatturato complessivo del -9,2% e quello estero addirittura del -16,0%. Ordinativi: interni al -9,1%, esteri -8,1%. In calo anche l’occupazione al tasso del -1%. Nel commercio il trend delle vendite, negativo negli ultimi tre trimestri, registra una variazione pari a -0,2% (rispetto allo stesso trimestre del 2018). Nelle costruzioni dopo un deludente avvio d’anno, dal terzo trimestre 2019 si è verificato un nuovo miglioramento delle performance. Nel quarto trimestre appare buono l’andamento delle commesse, in crescita del +4,6%, mentre produzione e fatturato sono in aumento a tassi prossimi al +1%. L’occupazione però è in flessione del -1,6%.
Nell’indagine della Camera di commercio le previsioni per il 2020 espresse dal campione degli imprenditori intervistati appiano piuttosto pessimistiche: sono molti di più gli imprenditori che si attendono cali di produzione e fatturato di oltre il -2% rispetto a quelli che si attendono una crescita. «La situazione desta innegabili preoccupazioni – è il commento del presidente Giovanni Da Pozzo – sia per il presente, che stiamo interpretando assieme alle associazioni di categoria, sia per il futuro immediato, la cui lettura è in corso nei tavoli di crisi istituiti con la collaborazione delle istituzioni». «Ciò che a mio avviso balza maggiormente agli occhi - aggiunge il vicepresidente della Camera di commercio, Giovanni Pavan - sono il pessimismo che serpeggia tra gli imprenditori chiamati a esprimersi in tempi non sospetti sul trimestre in corso, il tonfo del fatturato estero e l’inversione di tendenza del tasso occupazionale. Siamo in una fase estremamente delicata».
Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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