Luca Sacchi, una pista porta alla 'ndrangheta: arrestata corriere, in casa il documento di De Propris

Venerdì 21 Febbraio 2020 di Marco De Risi
Omicidio Sacchi, spacciatrice arrestata: aveva documenti documenti falsi intestati a De Propris
1

 Potenziali intrecci con il crimine organizzato nel caso dell’omicidio di Luca Sacchi? L’arresto di una spacciatrice, Franca Granata, da parte della polizia a Primavalle, ha permesso di sequestrare 8 chili di hascisc e anche di trovare un documento falso intestato a Marcello De Propris, uno dei giovani in carcere per l’omicidio di Luca Sacchi. La storia si complica ulteriormente perchè, secondo gli investigatori, la spacciatrice avrebbe avuto contatti con il potente clan della ’ndrangheta Pelle nella Locride.

Luca Sacchi, doppio processo: Anastasia dai giudici il 31 marzo
San Basilio: droga e scommesse, così le famiglie gestivano la “piazza”

Del resto, potenziali collegamenti con i ”Narcos”, mai dimostrati per ora, si sono intravisti altre volte nel caso Sacchi che a marzo vedrà a processo alcuni giovani responsabili dell’omicidio fra i quali Valerio Del Grosso, il killer. Un contesto, quello dove è maturata la morte del ragazzo, così come delineato dai carabinieri, composto da giovani puscher che si sono spinti a contrattare droga per 70.000 euro. 
 


Luca Sacchi, 24 anni, incensurato, fu ucciso con un colpo di pistola alla testa il 23 ottobre fuori dal pub John Cabot nel quartiere Appio Latino, quando cercò di difendere da giovani armati la fidanzata. Nel ricostruire la fuga, dei ragazzi, fra i quali Del Grosso e Paolo Pirino, gli investigatori hanno trovato abbandonato lo zainetto che conteneva i soldi in un’aiuola di Tor Bella Monaca. Qualcuno ipotizzò che nel quartiere del Casilino ci potevano essere degli affiliati ad un clan che presero i soldi ed anche la pistola che non è mai stata trovata. Poi c’è anche un terzo collegamento.

Paolo Pirino, complice di Del Grosso, avrebbe avuto rapporti con il clan ’ndranghetista dei Marando recentemente arrestati dai carabinieri per avere il controllo del territorio per lo spacco di droga a San Basilio.
C’è un altro contatto con la malavita che conta, il padre di Marcello De Propris, finito in carcere per avere dato al figlio la pistola che poi è finita nelle mani di Del Grosso con la quale ha ucciso Sacchi, sarebbe anche lui in contatto con il crimine organizzato di San Basilio.
 

 

Ultimo aggiornamento: 19:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci