Autostrade, il governo a Benetton: «Se arriva un’offerta disposti a valutarla»

Venerdì 21 Febbraio 2020 di Alberto Gentili e Diodato Pirone
Il governo a Benetton: «Se arriva un offerta disposti a valutarla»

Colpo di scena nella vicenda della revoca o meno della concessione ad Autostrade dopo che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha aperto ad una soluzione finora inedita passando la palla ai Benetton, che attraverso la holding Atlantia controllano Autostrade.

«Il governo sta conducendo la procedura di revoca ed è interesse della controparte fare una proposta transattiva che il governo avrebbe il dovere di valutare», ha detto il premier da Bruxelles, a margine del Consiglio straordinario Ue sul nuovo budget europeo, sottolineando che «se fosse una proposta che offre la possibilità di tutelare l’interesse pubblico più della revoca, abbiamo il dovere di considerarla». Conte ha voluto comunque precisare: «Non si dica che il governo vuole transigere o sta facendo una proposta o controproposta».

Bertazzo, l'ad di Atlantia: «Su pedaggi e investimenti la nostra proposta è pronta»

Le parole più concilianti del premier pronunciate nel pomeriggio, a mercati finanziari aperti, hanno avuto l’immediato effetto di risollevare le sorti di Atlantia in Borsa. Il titolo, che fino a quel punto perdeva circa il 3,5%, scivolando sotto la soglia dei 22 euro proprio sull’ipotesi della revoca ad Aspi, ha poi ripreso quota per chiudere la seduta a -2,7% e tornando sui 22 euro per azione.



I QUATTRO NODI
Ma che tipo di proposta potrebbe fare Autostrade per “convincere” il governo a deviare dalla strada della revoca? I punti sono tre. Primo: un forte aumento degli investimenti e della qualità della manutenzione. Secondo: una diminuzione dei pedaggi e la revisione del meccanismo del loro calcolo. Terzo: sul tavolo c’è anche la revoca parziale della Concessione nell’intera area ligure dove la rete autostradale è molto usurata. Quarto: la possibile nascita futura di una holding delle infrastrutture alla quale Atlantia sarebbe affiancata da fondi o da una struttura pubblica come la Cassa Depositi e Prestiti.

Un fatto è certo: l’attuale situazione di stallo non potrà durare a lungo per il semplice fatto che c’è troppa incertezza sui flussi finanziari che oggi non consentono ad Autostrade di programmare le proprie attività per tutta la ancora lunga durata della concessione. Da tempo il nodo della revoca della concessione sta causando alta tensione all’interno dell’esecutivo col M5S deciso a non cambiare strada sulla revoca come annunciato all’indomani del crollo del ponte Morandi di Genova; il Pd più propenso alla trattativa con Autostrade e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, contrario perché «la revoca potrebbe trasformarsi in un regalo alla società». «Io sono perché Autostrade paghi per quello che è successo, paghi tanto», ha detto Renzi. «Spero che non vi sia chi, in nome del populismo, faccia una battaglia al termine della quale è lo Stato a pagare alle Autostrade», ha quindi sottolineato.

La strada per la revoca ad Autostrade è stata spianata dal decreto Milleproroghe, che ha ridotto l’eventuale penale da 23 miliardi di euro che lo Stato avrebbe dovuto pagare, prevedendo che il servizio venga affidato temporaneamente all’Anas. Tuttavia resterebbe in ballo la restituzione di almeno 7 miliardi che lo Stato potrebbe però “rimediare” rivendendo le concessioni. Dopo il disco verde definitivo di Montecitorio, il testo dovrebbe diventare legge a fine mese dopo il passaggio in Senato.

Intanto le opposizioni passano all’attacco sulla gestione del dossier Autostrade da parte del governo. «Il litigio Pd-5stelle sulla revoca delle concessioni sta bloccando tutti gli investimenti su tutta la rete autostradale italiana», ha tuonato il leader della Lega, Matteo Salvini,. Per Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia la strategia del governo «farà solo danni al Paese.

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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