Abusi in seminario, inchiesta della Curia: «Finora nessuna prova»

Mercoledì 19 Febbraio 2020 di Alberto Beltrame
Gianbruno Cecchin e il vescovo mons. Pizziol
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TREVISO - «Non sono l’unica vittima: ho parlato con altri seminaristi e mi hanno confermato di esser stati a loro volta oggetto di attenzioni morbose». L’ex assessore padovano di Galliera Veneta, Gianbruno Cecchin, rilancia le accuse nei confronti di due ex educatori dai quali, circa 30 anni fa, avrebbe subito degli abusi di natura sessuale al seminario vescovile di Treviso.

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Il 48enne, oggi docente di filosofia ed esperto di comunicazione, pochi giorni fa, dopo decenni di silenzio, ha denunciato con una lettera inviata alla diocesi e ai giornali delle presunte violenze puntando il dito contro due religiosi, all’epoca dei fatti responsabile della Comunità Vocazionale del seminario e il suo assistente. Ora sono entrambi parroci, uno nel Veneziano, l’altro nel Padovano. Ieri mattina, davanti alle telecamere di Rai Uno, in diretta a “Storie Italiane”, Cecchin non solo ha confermato le accuse nei loro confronti, ma ha pure tirato in ballo altri seminaristi. «So che non sono stato l’unico seminarista ad aver subito violenze - ha spiegato -. Ho parlato con altri ragazzi che hanno frequentato il seminario vescovile di Treviso e mi hanno confermato che sono anche loro delle vittime. Violenze che si sono consumate nella casa di Belluno di proprietà della Diocesi dove i seminaristi venivano portati d’estate. Il problema è che non si facevano solo passeggiate». Cecchin, che non ha ancora presentato alcuna denuncia in Procura («Ho parlato con i miei legali, ma devo integrare la querela con ulteriori particolari»), ha inoltre spiegato di aver ricevuto una denuncia per diffamazione da parte di uno dei parroci chiamati in causa.

INDAGINE INTERNA
La Diocesi di Treviso, che sin dal principio ha assicurato “vicinanza a tutti i soggetti accusati”, ha avviato un’indagine interna. “A seguito della segnalazione, pur manifestando totale fiducia nei sacerdoti accusati - spiega la Diocesi - , il vescovo Michele Tomasi ha avviato da subito un’indagine secondo quanto indicato dalla Chiesa, al fine di far luce sulle gravi accuse formulate a carico dei due sacerdoti, persone unanimemente stimate per il loro servizio di educatori svolto per anni in Seminario senza che mai sia stato sollevato da chicchessia il benchè minimo sospetto sulla loro correttezza”. La Diocesi di Treviso sottolinea inoltre un aspetto importante. “L’esposto in Procura, che più volte il signor Cecchin ha dichiarato di voler presentare, ad oggi non risulta depositato - si legge in una nota -. Questa persona, quindi, non ha fornito né alla Diocesi né ai mezzi di informazione sui quali ripetutamente ha diffuso le proprie accuse, la minima prova di quanto affermato”. I vertici della Curia trevigiana hanno quindi assicurato massima fiducia nel lavoro degli organismi competenti (al momento quelli interni) che stanno lavorando “per assicurare, nella doverosa tutela delle persone e delle Istituzioni coinvolte, in particolare il Seminario vescovile, la massima trasparenza per arrivare nei tempi congrui alla verità dei fatti”.
«Sono molto deluso dal Vescovo - ha subito ribattuto Cecchin -. Quando gli ho scritto il 16 dicembre non mi ha calcolato. Solo il 31 gennaio, quando con una seconda lettera scritta con toni decisamente più accesi lo avvertivo che avrei denunciato pubblicamente la mia storia, si è precipitato a telefonarmi. Perché non ha risposto subito? La risposta è una: speravano di insabbiare questa vicenda».

IL FRONTE GIUDIZIARIO
Come già paventato dal diretto interessato, si sta parlando di fatti accaduto quasi trent’anni fa.

Sul fronte giudiziario dunque sono già prescritti. «Quando arriverà la denuncia - ha precisato il procuratore della Repubblica di Treviso Michele Dalla Costa - sarà obbligatorio aprire un fascicolo. Non sarà la Procura a decretare la prescrizione dei fatti: si dovrà in ogni caso passare attraverso il gip». Cecchin, oltre agli abusi sessuali, ha parlato anche di minacce ricevute nel corso degli anni, anche nell’ultimo periodo. «Dovremo vedere di cosa si tratta - ha aggiunto Dalla Costa - e soprattutto quali prove ci saranno e quando sono stati commessi i presunti reati contestati». 

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 12:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA