Preti pedofili, l'ex seminarista: «Ho annotato tutti gli abusi subiti in un diario»

Lunedì 17 Febbraio 2020 di Giuliano Pavan
L'ex seminarista Gianbruno Checchin che oggi denuncerà formalmente due preti della Diocesi di Treviso
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TREVISO - La vicenda dei presunti abusi sessuali all’interno del seminario vescovile ha scosso la Diocesi di Treviso. Accuse che il vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, ha definito «inverosimili», conoscendo da trent’anni i due parroci finiti nel mirino dell’ex seminarista Gianbruno Cecchin. «Ho tenuto un diario dove sono annotati i giorni e le ore in cui sono avvenute le violenze - afferma di rimando l’ex assessore di Galliera Veneta che ha reso pubblica la sua storia - C’è scritto anche quello che ho subito. Prima di decidere di togliermi questo peso dalla coscienza mi sono munito di prove. Sono documentato, proprio per non essere attaccabile. Per fortuna non ho i video, anche perché sarebbe raccapricciante rivedere quelle scene: già le rivivo ancora nella mia mente». 

Lo scontro dunque s’inasprisce. I sacerdoti della provincia di Treviso, e non solo, difendono i due parroci sotto accusa, e la Curia non mette in dubbio l’integrità dei due ex educatori. Versioni che non collimano con quella di Cecchin, che si scaglia anche contro le dichiarazioni del vescovo Pizziolo: «Quando ero in seminario lui era direttore della comunità teologica, non di quella vocazionale dov’ero io. Non poteva sapere quello che succedeva nelle stanze dei due preti che all’epoca erano responsabile e assistente della comunità vocazionale -continua Cecchin- In un anno di permanenza tra quelle maledette mura non ho mai parlato con lui, ma soprattutto lui non ha mai parlato con me. Come fa a dire di conoscermi? Penso non sia il caso che si esprima di nuovo, altrimenti dovrò valutare l’ipotesi di adire le vie legali anche contro di lui». 

Il vescovo di Vittorio Veneto si è detto «sconcertato» dalle accuse lanciate contro il seminario definite «folli e infamanti». Una presa di posizione che l’ex seminarista non accetta: «A me sconcerta che un vescovo si comporti così -rimarca il libero professionista padovano- mi aspetterei da lui altre riflessioni. Anche perché monsignor Michele Tomasi credo sia in grado di rispondere da solo e non abbia bisogno di qualcuno che gli faccia da difensore. Monsignor Pizziolo dice che potevo oppormi e denunciare trent’anni fa? Certo, tutto si può fare. Ma ognuno ha i suoi tempi e le sue paure. Direi piuttosto che c’ho messo trent’anni a trovare il coraggio».

L’ex assessore di Galliera Veneta va oltre.

Oggi i suoi legali depositeranno in Procura a Treviso una denuncia contro i due parroci. All’interno del fascicolo ci saranno anche il diario e i messaggi di minaccia ricevuti da Cecchin nel corso degli anni. «Monsignor Pizziolo mi dà del folle, del pazzo. Ho conservato tutte le minacce che mi sono arrivate per farmi stare zitto e non raccontare quello che ho subìto. Mi prendo la responsabilità di quello che dico, ora non ho più paura. Nel racconto del vescovo di Vittorio Veneto ci sono imprecisioni. Non è vero che ho frequentato meno di un anno di seminario: l’anno l’ho concluso, così come ho sostenuto tutti gli esami previsti e a dimostrarlo ho ancora il libretto. E non è neppure vero che tiro in ballo tutto il seminario. Io accuso direttamente due persone, non tutti gli educatori che c’erano all’epoca o tutti i parroci della Diocesi. Non voglio certo distruggere la Chiesa. E dalla mia parte ho la verità».

Ultimo aggiornamento: 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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