Riscatto laurea con lo sconto, ecco come funziona: oltre 63.000 domande

Lunedì 17 Febbraio 2020 di Jacopo Orsini
Riscatto laurea con lo sconto, ecco come funziona: oltre 63 mila domande

Boom di domande per riscattare con lo sconto gli anni passati all'università. Il sistema low cost entrato in vigore ormai quasi un anno fa che consente di utilizzare anche gli anni di studio nel conto per la pensione ha riscosso un grande successo, come si era visto fin dai primi mesi di applicazione delle nuove regole. Secondo i dati dell'Inps, nel 2019 le richieste sono state 63.210, contro le 29.343 totalizzate nell'intero 2018, le 24 mila circa del 2017 e le 20 mila del 2016. L'impennata è ancora più significativa se si considera che l'agevolazione è operativa solo dal marzo scorso. Nel dettaglio le domande arrivate all'istituto di previdenza riguardano per poco più della metà i nuovi criteri agevolati e per il resto il vecchio regime, che resta in piedi.

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LA QUOTA
Per accedere al nuovo sistema light, introdotto lo scorso anno dal precedente governo giallo-verde con lo stesso provvedimento con cui sono stati definiti quota 100 e reddito di cittadinanza, era inizialmente necessario non aver versato contributi prima del 1996. Con una circolare pubblicata nei giorni scorsi, l'Inps ha però chiarito che non ci sono barriere temporali a patto di farsi calcolare tutta la pensione con il metodo contributivo. Con il nuovo sistema agevolato - al momento sperimentale e limitata al triennio 2019-21 ma che si immagina venga stabilizzato definitivamente - si possono riscattare fino a 5 anni. I periodi da recuperare per la pensione dovranno comunque essere precedenti al 29 gennaio 2019. È necessario inoltre essere iscritti a una delle gestioni dell'assicurazione generale obbligatoria. Sono escluse invece le casse private.

La cifra da pagare per il riscatto light è fissata per quest'anno a 5.265 euro circa. Una quota che si riduce poi ulteriormente per effetto delle detrazioni. Per avere un confronto bisogna tenere presente che con il sistema ordinario, con un reddito annuo lordo di 32mila euro, per recuperare 12 mesi di studio per la pensione si spendono circa 10.600 euro, escluso sempre il vantaggio fiscale. Uno sconto quindi molto significativo. 

L'istituto di previdenza ha stabilito ora che il riscatto agevolato si può fare anche per periodi di studio precedenti il 1996 ma a patto di rinunciare al sistema di calcolo misto retributivo-contributivo a cui è soggetto chi ha iniziato a lavorare prima di quell'anno, quando è entrata in vigore la legge Dini. Lasciando il metodo misto, e facendosi calcolare tutta la pensione con il contributivo, l'assegno si riduce. Ma se gli anni di lavoro precedenti al 1996 sono pochi, la perdita può essere contenuta. E gli anni riscattati potrebbero consentire invece di anticipare l'uscita dal lavoro. Oggi infatti si può andare a riposo con la pensione ordinaria anticipata con 42 anni e 10 mesi di versamenti (uno in meno per le donne) indipendentemente dall'anno di nascita o con quota 100 (38 di contributi e 62 di età) o con Opzione donna (35).

CARRIERE DISCONTINUE
Con la nuova interpretazione varata dall'Inps, da qualche giorno le maglie dunque si sono allargate e le richieste ora potrebbero crescere ancora. Come confermano i dati del network legale Consulcesi & Partners, che per esempio registra centinaia di richieste da parte dei medici per avviare la pratica di riscatto della laurea in Medicina e degli anni di specializzazione post universitaria. Una ulteriore conferma che l'opzione attira molti ex studenti. L'idea alla base del nuovo sistema low cost era proprio quella di venire incontro ai giovani con carriere discontinue e prospettive di pensioni più magre, consentendo di recuperare gli anni di studio con un versamento più leggero. 

Resta tuttavia un aspetto da tenere in mente: se riscattare la laurea sia conveniente o meno.

Non si può generalizzare, bisogna verificare caso per caso. Le nuove regole hanno ridotto di molto il prezzo dell'operazione, soprattutto per chi ha stipendi alti. Con retribuzioni nette mensili sopra i 2.500 euro si può arrivare a risparmiare quasi il 70%. Ma se l'operazione non serve per andare a godersi la pensione in anticipo c'è da chiedersi se valga la pena. In quel caso infatti potrebbe essere più conveniente investire lo stesso tesoretto in altre forme di risparmio, potenzialmente più redditizie.

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA