Campo rom, le scuse al sindaco: «Ma su Facebook si può»

Lunedì 17 Febbraio 2020 di Gabriele Pipia
Il sindaco di Cadoneghe Marco Schiesaro con la denuncia presentata ai carabinieri
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CADONEGHE - «Ho solamente scritto un commento su Facebook, non ho mandato messaggi privati o una lettera a casa. Su internet si scrive qualunque cosa. C’è la libertà d’espressione, no?». Api Reinhart sospira e si dice quasi sorpreso dal clamore che l’ha travolto: «Ho dovuto perfino cancellare il mio profilo Facebook per colpa di tutte le minacce ricevute». Prova a passare dalla parte della ragione il 47enne di origine nomade appena denunciato dal sindaco padovano di Cadoneghe per un commento da brividi pubblicato su Fb: «A cuesto sindaco bisonia mozargli le mani e i piedi così non si muove più». Grammatica a parte, il messaggio è chiarissimo. Un attacco pubblico e violento al leghista Marco Schiesaro, deciso a chiudere un campo rom ritenuto abusivo

LA DIFESA
Il commento è stato cancellato, ma il sindaco si è presentato dai carabinieri. L’autore di quella frase (un italiano che vive a Padova, dove lavora come corriere in una ditta di trasporti) prova a difendersi. «Quello era solo un commento sulla pagina del sindaco, non era una vera e propria minaccia privata. Non gli avrei mai fatto del male davvero. Su Facebook si scrive di tutto». E insiste: «Ho scritto in modo istintivo, ma quanti altri politici ricevono insulti e minacce su Facebook. Penso a Salvini, ma anche a molti altri sindaci di tutto il Veneto. Non è che tutti vanno dai carabinieri a fare denuncia». 
Terminato lo sfogo, ci sono le scuse. «So di aver sbagliato, ho usato parole che non dovevo e chiedo scusa. Non pensavo che si scatenasse tutto ciò. Sono padre e non vorrei che i miei figli leggessero certe cose. Spero che il sindaco ritiri la denuncia, io ero solo preoccupato per la chiusura di un campo nomadi dove ci sono 15  bambini che potrebbero trovarsi in strada». 

LA REPLICA
Il leghista Marco Schiesaro, eletto la scorsa primavera nel comune alle porte di Padova, non ha però la minima intenzione di fare un passo indietro. «Non esiste che io ritiri la denuncia, forse l’autore di quel commento non si è nemmeno reso conto della gravità di ciò che ha scritto». Il sindaco allarga il concetto: «Il problema di questa mia battaglia sta nel fatto che molte persone credono che su Facebook si possa scrivere qualunque cosa, ma non è affatto così. Anzi, un commento su Facebook rivolto ad un sindaco è aggravato dal fatto che quel commento può essere visto da migliaia di persone. Questa è una vetrina pubblica e bisogna stare molto attenti a ciò che si scrive. Le parole sono importanti, ognuno ha una responsabilità. Io questo uomo nemmeno lo conosco e non mi pare di averlo visto alla manifestazione organizzata pochi giorni prima contro la chiusura dello stesso campo rom. In ogni caso nessun bambino rimarrà in strada». Schiesaro rigetta anche l’accusa di essere razzista: «Non lo sono affatto, ma non voglio nemmeno scorciatoie per una determinata etnia come quella rom. Voglio correttezza, punto e basta». 

LE REAZIONI
Solidarietà a Schiesaro è arrivato ieri da Lorenzo Fontana, commissario regionale della Lega: «Solidarietà e un abbraccio al sindaco di Cadoneghe, minacciato per aver chiesto lo sgombero di un campo rom. Pazzesco». Dall’altra sponda politica si fa invece sentire “Coalizione Civica per Cadoneghe”, il movimento arancione legato anche al candidato governatore Lorenzoni: «Condanniamo fortemente le parole d’odio ricevute dal sindaco.

Riteniamo che la violenza verbale non sia mai la strada da percorrere, anche nel caso in cui ad essere messo in discussione sia il diritto fondamentale ad avere una casa. Condanniamo pure le minacce che molte persone hanno scagliato contro la comunità sinti. Sfruttare le minacce di uno squilibrato per esporre un’intera comunità al linciaggio social è altrettanto grave. È il triste mondo della politica ai tempi dei social».

Ultimo aggiornamento: 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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