Ammazza la moglie e si uccide. Erano d'accordo: lettera di scuse firmata dalla coppia Foto

Venerdì 14 Febbraio 2020
Omicidio suicidio a Rovigo. Tino Bellinello e Renata Berto, coniugi morti a Rovigo
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ROVIGO - Omicidio-suicidio a Rovigo, nel quartiere di Commenda. Il ritrovamento dei due coniugi, Tino Bellinello e Renata Berto, 87 e 78 anni, è avvenuto stamattina: lei è morta all'istante, lui nel pomeriggio in ospedale. La scoperta in via Gramsci al civico 45, in una villetta a due piani.  L'anziano, ex gestore del distributore di carburante Shell di viale Porta Adige, alle porte della città, ha ucciso la moglie con un colpo di pistola, una Beretta regolarmente detenuta dall'ex cacciatore, e poi l'ha puntata verso di sé. L'anziano era stato ricoverato in condizioni disperate: nel pomeriggio è morto.


 

Omicidio-suicidio: la lettera di scuse dei coniugi di Rovigo

Prima di compiere il gesto marito e moglie hanno scritto e firmato una lettera indirizzata a figli e familiari, in quelle righe i due hanno chiesto scusa per quello che stavano per fare. In quel biglietto di addio, lasciato in bella mostra, erano scritte queste parole: «Scusateci. Così smetteremo di soffrire». Parole scritte in stampatello da un'unica mano, malferma e tremolante, in calce entrambi i nomi, le firme di Tino e Renata. La lettera è stata lasciata soprattutto per i due figli, che gli anziani vedenvano quasi quotidianamente e ai quali erano molto legati, così come ai due nipoti.

Una fine senza spiegazioni apparenti
Tino e Renata non si trovavano a fronteggiare né problemi economici, né problemi di salute, se non i normali acciacchi dovuti all'avanzare dell'età. Tino Bellinello era stato una gloria del ciclismo polesano. Di problemi fisici non ne aveva di alcun tipo. Ma una forma depressiva lo aveva avvolto da un annetto. Era seguito ma non sembrava avere sintomi particolarmente pesanti, tanto che prendeva solo un ansiolitico per dormire. A tormentarlo sembrava più che altro essere il non riuscire più a compiere quelle attività che fino a poco prima era ancora in grado di fare. Come andare a caccia. O come, soprattutto, prendere la sua amata bici e fare chilometri su chilometri, fino a 80 al giorno.
 
 

Tino e Renata si uccidono in camera da letto nel giorno di San Valentino

Come ancora innamorati, dopo tanti anni, erano Tino e Renata sono stati trovati vicini, in camera da letto. La moglie, stesa, morta per il colpo alla testa. Lui, che si era comunque sparato alla testa, con la pistola ancora in pugno, ancora vivo. Ma è sopravvissuto solo poche ore. La tragedia si è consumata proprio ne giorno di San Valentino.

 
 


 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 16:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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