Mal al Comunale fa rivivere l'atmosfera dei mitici anni del Piper

Venerdì 14 Febbraio 2020 di Valeria Lipparini
Il cantante Mal
Ha fatto innamorare generazioni di giovanissimi in un’Italia che stava volando. Erano gli anni ‘60: si scopriva un mondo a colori dopo tanto bianco e nero. E Mal con la sua “Parlami d’amore Mariù” e la celeberrima “Occhi neri” ha incantato il pubblico. Quest’anno, per festeggiare i suoi 76 anni e i 55 di carriera ha deciso di regalarsi un album e uno show nei teatri italiani. Dal disco “Grazie Piper” prende le mosse lo spettacolo che approda al teatro Del Monaco di Treviso stasera, alle 21. Il celebre cantante di “Furia” si racconta, tra musica e parole, attraverso un lungo percorso artistico dai tempi del Piper, il mitico locale romano, fino ai giorni nostri. Sul palco sarà insieme a Nicole Pellicani (voce), Michele Lombardi (pianoforte), Luigi Buggio (organo), Marco Locatelli (chitarra), Massimo Pasut (basso) e Marco Vattovani (batteria). Insieme a Mal anche il critico musicale Alberto Zeppieri nel ruolo di narratore e intervistatore.
Perchè questo spettacolo?
«Voglio raccontarmi al pubblico. Partirò da quando sono arrivato in Italia nel 1966 per un contratto di un mese al Piper. È andato talmente bene che non sono più tornato a Londra. È il mio modo di ringraziare il Piper, il suo proprietario Crocetta che, con Boncompagni, mi ha scoperto».
Cosa farà sul palco?
«Non è un concerto, ma piuttosto un talk show. Mostrerò filmati e fotografie di quando ho cantato a Sanremo. Ma anche della mia partecipazione al reality La Fattoria e al musical Grease con la Cuccarini. Mostrerò foto di me in braccio a mia mamma. E poi i primi passi con i Primitives. Ogni volta che arriva un punto importante, come il Cantagiro negli anni ‘67, canto con l’orchestra dal vivo e il filmato dietro le spalle».
Cosa canterà
«Canterò le canzoni di successo come Pensiero d’amore, Furia, Occhi neri, occhi neri. Insieme alle canzoni meno famose per divertimento mio e del pubblico e risponderò alle domande degli spettatori. Se qualcuno chiederà una canzone in particolare, io la accennerò con la chitarra».
È stato anche cantante dei bambini
«Tutto è iniziato con Furia che ha venduto 1 milione e mezzo di copie. Ma non mi ha portato fortuna. Mi è stata messa un’etichetta addosso. Nessuno mi voleva più, mi criticavano e i discografici mi dicevano che non avevo più speranze, così ho cambiato nome e ho inciso un disco “Let it be love” registrato con Baby Records usando il mio vero nome Paul Bradley senza foto e questo disco è entrato subito in classifica. Da lì sono riparito. Erano gli anni ‘80».
Nella sua vita non è stato tutto facile
«Infatti, ho un problema assurdo per un musicista. Soffro di acufene, significa che un fischio permanente mi sibila dentro la testa. L’ho scoperto 30 anni fa. Se non avessi apparecchi specifici sarebbe difficile distinguere la musica dal rumore».
Ha nostalgie, le manca qualcosa?
«Sono orgogliosissimo di quello che ho fatto. Penso spesso cosa sarebbe successo se non fossi arrivato in Italia. Magari avrei fatto il muratore come papà, oppure sarei diventato famoso in America. Ho avuto momenti di crisi e rinascite. Ho venduto milioni di dischi, ho fatto televisione, teatro. E poi, ho una famiglia bellissima, due figli ormai grandi. E la mia musica. A Treviso racconterò tutto questo».
Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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