“Radici e fasioi", la Congrega è pronta a denunciare chi copia la ricetta

Venerdì 14 Febbraio 2020 di Pio Dal Cin
Il gran maestro della congrega di Susegana dei radici e fasioi
A Susegana è guerra a colpi di “radici e fasioi”. A leggerla così potrebbe sembrare una carnevalata, o uno scherzo goliardico, invece è una cosa molto seria e lo si capisce leggendo lo sfogo affidato ai social dal Gran Maestro della congrega dei radici e fasioi Antonio Roccon: «Circolano voci a Susegana sull’esistenza di una seconda congrega. La persona che lo ha riferito è totalmente affidabile per cui, per l’ultima volta diffidiamo qualsiasi persona a continuare su questa strada onde vederci costretti ad agire legalmente nei suoi confronti. Colgo l’occasione per far presente a questi signori che la sottoscritta congrega dei radici e fasioi è l’unica iscritta regolarmente all’ufficio delle entrate e al registro confraternite Regione Veneto, e titolare dell’unica e originale ricetta regolarmente omologata a livello mondiale e registrata presso il Ministero delle Attività Agricole Forestali. Se qualcuno proverà a replicare la ricetta depositata, in qualsiasi ristorante o luogo, sono pronto a denunciare».

LA RABBIA
Una cosa seria quindi che non lascia spazi o dubbi sulla volontà del Gran Maestro di tutelare questo gioiello tutto veneto nato esattamente il 22 febbraio del 1999 e riconosciuto a tutti i livelli come Piatto Tradizionale dell’Alto Trevigiano. Ogni anno i venti confratelli di cui si compone la congrega, si incontrano durante il sabato più vicino al 17 gennaio (festa di San Antonio Abate e protettore della congrega, in quanto, nell’iconografia, viene rappresentato con un maialino a fianco). In occasione del ventesimo anniversario dalla fondazione s sono trovati lo scorso anno al castello di San Salvatore a Susegana, dove la principessa Isabella Collalto ha fatto da ambasciatrice aprendo agli iscritti le cantine e i locali del castello per rendere la cosa più ufficiale.

LA DIFESA
«Come detto, la congrega conta venti confratelli e il gran maestro, eletto a vita. Non sono ammesse altre adesioni, ma quando ci ritroviamo per qualche festa o conviviale accettiamo i simpatizzanti e gli amici. Nella congrega per statuto non ci sono donne, tuttavia , le signore che partecipano come simpatizzanti “Le Dame” portano una fascia simile a quella di un sindaco con il logo e i colori della congrega. Le bambine che partecipano si chiamano “Piccole Dame” e i bambini “Discepoli” che portano una pecie di collare con il nostro stemma» continua il signor Antonio. Una cosa seria insomma che passa dalla storia di un piatto che era conosciuto fin dai tempi antichi, da Aquileia a Miane, fino a Combai. «Sulle colline i monaci Benedettini avevano scoperto che i lavoratori che mangiavano radici e fasioi, con la ricetta contenente lardo di maiale con il quale si condiscono i radici, erano più forti e propensi a lavorare duramente- spiega - Ogni anno ci spendiamo per promuovere questo fantastico piatto anche con l’aiuto dei bambini down del centro ADP di Mareno che ci aiutano a servirlo in tavola. Siamo molto attivi nella solidarietà e abbiamo inviato diecimila euro a Padre Martino Corazzin, di Moriago della Battaglia che in Kenia con questi soldi è riuscito a costruire uin villaggio che iniziando dall’asilo arriva fino alle scuole superiori e questo ci rende orgogliosi». Attenzione quindi ai detrattori, e coloro che vorrebbero replicare una istituzione unica al mondo.
Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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