VENEZIA - Tutti insieme, per la salvezza ed il rilancio di Venezia e del suo porto: è chiaro e forte il messaggio lanciato questa mattina dall'evento-manifestazione «E se rovesciamo Venezia?», tenutosi alla Marittima, su iniziativa di Assoagenti, alla quale ha aderito tutto il mondo imprenditoriale e sindacale lagunare ed il cluster marittimo portuale nazionale, e a cui ha partecipato, per testimoniare il sostegno della città, anche il sindaco Luigi Brugnaro.
«Il porto di Venezia è vita, la vita stessa della città. Anzi, di più. È la base stessa dell’economia del Nord-est che è una delle più importante d’Europa» hanno detto gli operatori portuali e i rappresentanti delle categorie ai più alti livelli
«I soliti noti da 20 anni stanno raccontando balle - afferma Brugnaro - che la laguna sta diventando un braccio di mare. No, la laguna si sta interrando. A Roma non hanno fatto nulla nemmeno i carotaggi in laguna. Non fanno nemmeno le cose di legge. Adesso decidono di buttare le navi un po’ a casaccio nel porto. Attenzione, perché la pazienza, non la mia, ma quella degli operatori finisce. Pretendiamo che la profondità del canale dei petroli torni a livello di legge 11,50 per non continuare a perdere traffici come è successo con la linea diretta con la Cina.
Noi siamo disponibili ma non a morire. Marghera è porto e industria In ballo c’è il futuro dell’Italia che va salvata dal declino economico». “Chi sogna la fine del Porto vuole la Morte di Venezia - ha poi detto Musolino - questo è un incubo. Non è scontato che aziende e lavoratori si mettano tutto insieme per dire lasciateci lavorare”.
IL "BILANCIO"
Infine ancora il sindaco Brugnaro ha concluso: “Venezia ha bisogno di 150 milioni di euro l’anno per tenere viva la città, per scavare i canali e finalmente fare le fognature e completare la rete antincendio”.
Intanto Trieste si conferma primo porto italiano per tonnellaggio totale, 62 milioni di tonn movimentate a cui si aggiungono i 4 mln dello scalo di Monfalcone ( Gorizia).