Giovane da Hong Kong con la febbre: allarme coronavirus al Marco Polo

Giovedì 13 Febbraio 2020 di Elisio Trevisan
Controlli della temperatura dei passeggeri al Marco Polo
MESTRE Potrebbe essere il terzo falso allarme, sperando che non sia invece il primo caso di ammalato di coronavirus Covid-19 giunto in Italia attraverso l’aeroporto Marco Polo di Tessera. Ieri mattina una giovane donna è stata fermata dai volontari della Croce Rossa che, col termometro laser, le hanno misurato la febbre, come a tutti gli altri passeggeri in arrivo ai varchi internazionali, e hanno verificato che aveva la temperatura oltre i 37,5 gradi centigradi. È scattata così la seconda fase del protocollo, sono intervenuti i medici del servizio dell’aeroporto intercontinentale e, dopo un’anamnesi, hanno chiamato l’ambulanza che ha trasportato la giovane al Pronto soccorso dell’Angelo.
La donna proveniva da Hong Kong con un volo diretto per Parigi e da lì è ripartita arrivando allo scalo veneziano. A Parigi i controlli non sono sistematici e ferrei come negli aeroporti e nei porti italiani, lì di solito gli addetti salgono in aereo all’arrivo e chiedono come vadano le cose e se qualcuno senta di avere la febbre. 
PROTOCOLLO
A Tessera, invece, il protocollo che è stato preso ad esempio anche dagli altri scali italiani, prevede appunto la misurazione della febbre a tutti i viaggiatori in arrivo dall’estero. Se, poi, si tratta di persone giunte dalla Cina, da Hong Kong e paesi limitrofi, il livello d’attenzione, in caso di febbre oltre i 37,5 gradi centigradi, sale immediatamente e ulteriormente fino all’invio del passeggero all’ospedale dove viene sottoposto a tutti gli esami per capire se si tratti di un banale stato di raffreddamento o di un contagiato dal nuovo coronavirus.
Giusto lunedì scorso, con un volo proveniente da uno scalo europeo, era sbarcata una viaggiatrice sud coreana con la febbre a 38, e in Corea del Sud sono già stati diagnosticati alcuni casi di coronavirus: in ospedale, fortunatamente, l’esito dei controlli era stato negativo, e hanno quindi escluso che la febbre potesse essere causata dal virus che causa una patologia influenzale particolarmente acuta con interessamento dell’apparato respiratorio (i sintomi della Covid-19, questo è il nome dato alla malattia, includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie; nei casi più gravi l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte); la paziente è stata tuttavia trattenuta in osservazione per motivi di sicurezza.
PRECEDENTI
Giovedì 23 gennaio, prima che l’ordine della Protezione civile e del ministero della Sanità di controllare la febbre ai viaggiatori di tutti gli aeroporti e non solo a Roma Fiumicino e Milano Malpensa, al Marco Polo era comunque scattato l’allarme per un bambino cinese giunto con la febbre. In quel caso erano stati i genitori a rivolgersi alle autorità, e il bambino era stato trasferito all’Angelo di Mestre e posto in osservazione, e fortunatamente i sanitari non avevano evidenziato correlazione con l’epidemia in atto in Cina.
All’inizio di questa settimana, infine, oltre che del caso della passeggera coreana, l’Ulss 3 si è occupata anche di due pazienti di Taiwan risultati affetti dal virus, che nei giorni precedenti avevano soggiornato in un albergo di Venezia, attuando tutte le misure di prevenzione del caso.
 
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